Ambiente

Giuseppe Vadalà: “Seguire l’agenda green per lo sviluppo economico”

di Federico Tassinari -


Il Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà è commissario Unico di Governo per risolvere e monitorare i problemi che le molteplici discariche abusive sul territorio nazionale causano all’ambiente e alla salute dei cittadini. Un incarico prestigioso e certamente oneroso e di grande impegno che il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’ambiente hanno recentemente rinnovato al Generale Vadalà confermando la validità della scelta fatta 7 anni fa dal precedente Governo.
Generale Vadalà, il recente rinnovo del suo incarico rappresenta continuità ma anche un plauso al suo operato che è di grande responsabilità, quanti uomini compongono la sua task force e quanto può delegare e mantenere un continuo monitoraggio delle azioni promosse sui vari siti? Quanti sono in totale ad oggi quelli individuati a livello nazionale?
La task force che l’Arma dei Carabinieri mi ha messo a disposizione è composta da 13 militari di cui 3 ufficiali, nominati poi subcommissari a cui sono affidate alcune deleghe riguardo tutto il comparto del “sistema di bonifica” e non solo. La possibilità di avere un gruppo coeso, multidisciplinare, formato da composite esperienze lavorative e dalla efficace unione di personale dell’Arma con quello derivante dall’ex Corpo Forestale, ci ha permesso di raggiungere i risultati fin qui espressi, ma è tutta l’organizzazione in cui siamo incardinati (Comando Unità Forestali e Agroalimentari) nonché la capillarità dell’Arma territoriale l’elemento significativo per l’efficacia della missione (a cui sono affidati 90 siti da bonificare su tutto il territorio nazionale).
A luglio scorso il Governo ha dato vita a Sogesid una società che ha l’incarico di depurazione acque e salvaguardare questa preziosa e vitale risorsa, state attuando sinergie comuni?
Con la Sogesid spa (stazione appaltante nazionale) abbiamo fin da subito (nel 2017) avuto un rapporto sinergico su diversi siti di discarica (p.e. Riano e Sellia) e la stretta collaborazione, anche quotidiana, su tutto il processo di bonifica delle discariche ci ha permesso di creare “sistemi lavorativi” specifici più efficienti e più rapidi. La diversificazione delle stazioni appaltanti utilizzate (sia nazionali che locali) ci ha poi ulteriormente dato ausilio nel moltiplicare le energie, dividendo i tempi e allargando i soggetti “operanti”.
Bonificare siti inquinati e salvaguardare il bene dei cittadini significa anche impegno di enormi risorse, con governi sempre alla ricerca di denaro per la spesa corrente tutto diventa più difficile, i fondi Pnrr possono essere utilizzati?
Elemento peculiare della riuscita dell’azione commissariale è stata la immediata disponibilità dei fondi che sono transitati su una contabilità unica, la quale ci ha permesso di rafforzare le nostre decisioni contando su elementi fondamentali quali: la solidità dei provvedimenti, la rapidità delle operazioni e l’affidabilità delle realizzazioni. I fondi PNNR sono parte di questa nostra azione ma rappresentano anche lo stimolo e l’onere di lavorare con tempistiche certe, cadenzate e ben focalizzate.
L’Italia sta facendo bella figura in Europa nella tutela dell’ambiente, lo dimostrano le riduzioni dei costi delle infrazioni che ci trasciniamo dal 2014, un successo del suo lavoro e della sua squadra, la formula commissari straordinari è vincente, dobbiamo proseguire su questa strada o superate le emergenze si dovrebbe abbandonare?
La formula commissariale è uno strumento che se usato in sinergia con tutti i soggetti del settore (nel nostro caso Regioni, Comuni e stakeholder) e se indirizzato alla puntualizzazione degli intenti, alla focalizzazione degli sforzi e alla definizione delle tempistiche può essere “risolutivo”. Ma il commissario deve rimanere soggetto di impulso, gestore delle dinamiche, dominatore degli impasse e mai “unico sostituto” degli attori primari.
Il rifiuto non è solo inquinamento, siamo un Paese avanti nello sfruttamento del riciclo e nella produzione di energia, quanto possiamo dopo le bonifiche di rito rilanciare i siti inquinati e dargli nuova vita in positivo?
L’agenda 2030 ci pone degli obiettivi impegnativi in linea con gli sviluppi economici (della green economy e zero waste) e tenendo conto del rapporto uomo-ambiente, ma è l’unica via percorribile per far si che si tuteli l’ambiente che si salvaguardi la salute dei cittadini al fine di preservare ciò che ci è stato dato, per consegnarlo “integro e fruibile” alle generazioni a venire. La bonifica è elemento significativo ed attuale di questo processo ma purché sia in linea con la rigenerazione ed il ripristino degli ecosistemi.


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