La grande parata militare per celebrare gli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ha provocato rabbia e frustrazione a Washington e Bruxelles. Donald Trump ha accusato il “padrone di casa” Xi Jinping, il leader del Cremlino Vladimir Putin e il presidente nordcoreano Kim Jong-un di “cospirare” contro gli Stati Uniti. “Portate i miei più sentiti saluti a Vladimir Putin e Kim Jong-un, mentre cospirate contro gli Stati Uniti d’America”, ha scritto il presidente Usa su Truth Social rivolgendosi a Xi con un linguaggio da adolescente rancoroso.
La risposta russa a Trump
“Non è stata organizzata alcuna cospirazione, nessuno ha cospirato e, inoltre, nessuno di questi tre leader ha mai nemmeno preso in considerazione tali pensieri”, ha risposto alla televisione di Stato russa Yuri Ushakov, stretto consigliere Putin, commentando il post trumpiano. “Inoltre – ha aggiunto Ushakov – posso dire che tutti comprendono il ruolo svolto dagli Stati Uniti, dall’attuale amministrazione del presidente Trump e dal presidente Trump personalmente nelle attuali dinamiche internazionali”, affermando di ritenere che il tycoon “non senza ironia abbia detto che questi tre stanno presumibilmente complottando contro gli Stati Uniti”.
Hegseth e Kallas
Qualche ora dopo è arrivata la controreplica del segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth che, intervistato da Fox News, ha detto: “Sfortunatamente, la debolezza della precedente amministrazione ha avvicinato Russia e Cina. È stato un evento terribile causato dalla mancanza di leadership e forza americane. E per questo motivo il presidente Trump ha incaricato il ministero della Difesa di essere pronti, di ricostruire le forze armate”. Hegseth ha sostenuto che essere “pronti” significa prevenire, e che gli Stati Uniti non cercano un confronto militare.
“Questa riunione rappresenta una sfida diretta al sistema internazionale basato su regole, e non si tratta solo di un fatto simbolico”, ha tuonato l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, usando il solito lessico di scontro.
“Il mondo si trova a dover scegliere tra la pace e la guerra”, ma la Cina “è inarrestabile”, ha dichiarato il presidente cinese Xi Jinping davanti a 50mila persone. Al suo fianco Vladimir Putin e Kim Jong-un. “Non dobbiamo permettere che le tragedie della storia si ripetano”, ha ammonito Xi, che ha passato in rassegna le truppe e le armi a bordo di una limousine decappottabile lungo la Chang’an Avenue della capitale cinese, prima di tornare indietro per raggiungere i suoi ospiti in una zona salotto sopra il ritratto di Mao Zedong su Tiananmen.
Kim Jong-un ha stretto la mano a U Won-sik
Il leader della Corea del Nord Kim Jong-un, che ha avuto un faccia a faccia di poco più di due ore e mezza con Putin, ha stretto la mano al presidente del Parlamento sudcoreano U Won-sik. A riportarlo è stata l’agenzia di stampa sudcoreana Newsis. Stando alle informazioni fornite dall’ufficio del presidente della Camera, Woo Won-sik e Kim Jong-un “si sono salutati prima della parata”.
Il presidente del Parlamento di Seul è anche riuscito a comunicare brevemente con i presidenti di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping. Wu Won-sik ha chiesto a Putin di “mostrare interesse per oltre le 130 aziende sudcoreane che operano in Russia”. Di grande importanza l’invito a Xi Jinping a partecipare al vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) che si terrà nella città sudcoreana di Gyeongju dal 31 ottobre al primo novembre.