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Gli sviluppi dell’omicidio Boiocchi, l’intreccio con la stretta Inter-ultras in vista della finale Champions

di Angelo Vitale -


Continua a sgretolarsi, dopo la decisione di Andrea Beretta di diventare collaboratore di giustizia, il quadro omertoso nel quale era avvenuto a Milano il 29 ottobre 2022 l’agguato mortale a Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell’Inter. Gli ultimi sviluppi sull’omicidio registrano la confessione di Pietro Andrea Simoncini, che ha ammesso il suo ruolo nell’esecuzione materiale del delitto.

Simoncini ha confermato di essere stato alla guida dello scooter, mentre l’esecutore materiale sarebbe stato Daniel D’Alessandro detto Bellebuono, già estradato dalla Bulgaria. Il mandante dell’omicidio Boiocchi, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato proprio Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord, che avrebbe ordinato l’omicidio per motivi legati al controllo degli affari della curva, come il merchandising e altri business.

La confessione di Simoncini e la collaborazione di Beretta rappresentano una svolta chiave nelle indagini della Procura di Milano e della Dda, inserite nel più ampio filone della maxi-inchiesta sulle curve di San Siro.

Non esiste un collegamento diretto e dichiarato tra gli sviluppi sull’omicidio Boiocchi e la recente stretta dell’Inter nei confronti degli ultras, ma il contesto è fortemente intrecciato, specie alle porte dell’ormai prossima finale della Champions League.

La società nerazzurra ha scelto una linea più rigida nei confronti della tifoseria organizzata, soprattutto dopo le inchieste che hanno coinvolto anche il club in vicende di criminalità organizzata e attività illecite come estorsioni, rivendita di biglietti, pestaggi e infiltrazioni della ‘ndrangheta. In proposito, ha negato qualsiasi rapporto con le cosche calabresi e, dopo le indagini, ha patteggiato con la giustizia sportiva, pagando una multa e accettando squalifiche per alcuni tesserati coinvolti. Intanto, la Procura di Milano aveva sottolineato che i rapporti tra società e ultras sono stati sotto la lente anche per “carenze organizzative” nella gestione della tifoseria, e che lo stadio di San Siro era “fuori da ogni controllo di legalità”.

In vista della finale di Champions League, la società ha deciso di chiudere ogni canale di comunicazione privilegiata con la curva. Non sono stati per esempio concessi biglietti ai gruppi ultras della Curva Nord, nonostante le richieste degli stessi tifosi e dei loro legali, che hanno protestato sotto la sede del club. Una decisione che è motivata dalla volontà di evitare nuovi scandali e polemiche, come quelle emerse dopo la finale di Istanbul 2023, quando le richieste di biglietti da parte degli ultras erano state accettate e avevano generato attriti interni e coinvolto anche dirigenti e giocatori in vicende giudiziarie. La società ha ora preferito dare la precedenza agli abbonati decennali, escludendo la maggior parte dei membri della curva, e ha rifiutato incontri urgenti richiesti dagli avvocati degli ultras, i cui esponenti rilanciano da giorni sui social la loro protesta.


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