Ambiente

Goal rinnovabili

di Angelo Vitale -


Un corridoio dal ministero dell`Ambiente e della Sicurezza Energetica per il via libera al finanziamento di 22 progetti che interverranno sull’adeguamento e il potenziamento delle reti di distribuzione dell’energia elettrica, per accogliere in maniera integrata quella prodotta da fonti rinnovabili e permettere una più ampia elettrificazione dei consumi. L’annuncio di Natale, da parte del ministro Gilberto Pichetto Fratin, indica il raggiungimento di “un nuovo traguardo previsto entro fine anno dal Pnrr, che dedica alle smart grid un complessivo investimento di 3,6 miliardi di euro, con progetti che consentiranno alle reti di distribuzione di accogliere ulteriori 9,8 GW -a fronte di un obiettivo di almeno 5GW – e di aumentare la potenza disponibile per circa 8,5 milioni di abitanti”.
Un impegno del governo e del ministero da lui guidato, utile a “incrementare l’energia rinnovabile di cui l’Italia ha bisogno e che deve essere necessariamente accompagnato da interventi che rafforzino le infrastrutture e ne potenzino la capacità di distribuzione – ha precisato -. I progetti sulle smart grid vanno esattamente in questa direzione: siamo pronti e faremo di tutto per lavorare alla trasformazione energetica e raggiungere gli obiettivi ambientali sottoscritti nelle sedi internazionali”.
Una pubblicazione del decreto di ammissione al finanziamento per le reti di riscaldamento efficienti che, aggiunge, “ha conseguito entro i tempi concordati con l`UE tutte le scadenze previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per quest’anno”.
Dichiarazioni che fanno il paio con le considerazioni espresse, solo pochi giorni fa, in occasione di una riunione del Comitato che approverà il Quinto Rapporto sullo stato del Capitale Naturale in Italia, il primo da quando l’ambiente è entrato nella Costituzione del nostro Paese. Anche qui, il richiamo alle rinnovabili come non solo necessarie, perché “priorità nazionale che mette assieme tutela dell’ambiente e interessi energetici nazionali”, badando bene affinché “questa moltiplicazione di rinnovabili avvenga senza conflittualità con i territori e senza entrare in contrasto con le esigenze di tutela della nostra biodiversità, dei nostri ecosistemi”.
L’accenno diretto è al Capitale Naturale da tutelare, ma quello indiretto va al regime autorizzatorio che finora in Italia ha frenato la marcia delle rinnovabili. Un nodo dove Pichetto cerca un equilibrio: “Semplificare le procedure burocratiche non significa allentare i controlli o dire sì a tutto, dopo aver detto no a tutto creando le nostre attuali condizioni di dipendenza energetica. Dobbiamo semplificare, ma al contempo tutelare le aree delicate, fragili, sensibili e di interesse paesaggistico. Ci vuole buona volontà, sensibilità culturale e ambientale”.

Un tempo per costruire una cultura delle rinnovabili per il quale l’orologio corre, se anche ANIE Rinnovabili negli stessi giorni ha rimarcato “le nefaste conseguenze degli stop and go normativi, che evidenziano la carenza di pianificazione a lungo termine”, in un quadro ove il deficit è chiaramente quello autorizzatorio: “Per il completamento del procedimento di VIA occorre anche la valutazione del ministero della cultura, il cui parere è spesso contrapposto a quello del MASE. E per i progetti fotovoltaici da 10 MW in poi e quelli eolici da 30 MW in poi, serve l’Autorizzazione Unica ove la valutazione degli enti locali rischia di vanificare gli sforzi del MASE, del MIC e delle imprese che propongono i progetti”.

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