Golden Power, l’Italia risponde all’Ue
Pende sul nostro Paese la possibilità di una procedura d'infrazione
Ieri l’Italia ha ufficialmente risposto alla Commissione Europea in merito alle contestazioni sull’uso del Golden Power nell’operazione UniCredit-Banco Bpm. La risposta italiana è stata confermata da fonti vicine a Palazzo Chigi a Bloomberg, smentendo che si tratti di sole indiscrezioni.
Golden Power: cosa era accaduto
Il governo italiano aveva difeso la legittimità, la ragionevolezza e la fattibilità delle condizioni imposte a UniCredit attraverso il meccanismo del Golden Power, principalmente giustificandolo con la necessità di tutelare la sicurezza economica nazionale e la protezione del risparmio degli italiani.
Tra le condizioni imposte, l’obbligo per UniCredit di cessare entro l’inizio del 2026 le attività in Russia, il mantenimento del rapporto tra impieghi e depositi di Banco Bpm per almeno cinque anni, e limitazioni sugli investimenti in titoli italiani da parte di Anima Sgr.
La Ue
Questa risposta è giunta dopo che, a luglio, la Commissione Europea aveva inviato a Roma un parere preliminare (una lettera del 14 luglio) nel quale esprimeva dubbi di compatibilità del decreto italiano con il diritto dell’Ue, ipotizzando la possibilità di avviare un procedimento formale di infrazione per violazione del diritto comunitario.
Il contenzioso nasceva dal decreto del 18 aprile scorso con cui il governo italiano aveva imposto vincoli stringenti a UniCredit nell’acquisizione di Banco Bpm, vincoli che Bruxelles ha ritenuto potenzialmente in contrasto con l’articolo 21 del Regolamento Ue sulle concentrazioni, soprattutto perché la competenza sulle questioni di concorrenza spetta alla Commissione Ue e riteneva che tali misure potessero ostacolare la libera circolazione dei capitali e interferire con la vigilanza prudenziale europea.
La risposta dell’Italia
Dunque, ieri Palazzo Chigi ha risposto con spirito collaborativo e costruttivo, confermando la sua posizione e motivando la scelta di utilizzare il Golden Power come strumento di tutela della sicurezza economica del Paese, soprattutto in un settore cruciale come quello bancario.
Cosa potrà accadere
Ora la Commissione Europea valuterà questa risposta per decidere i prossimi passi, che potrebbero includere l’apertura di un procedimento formale di infrazione contro l’Italia qualora la Commissione ritenesse che le giustificazioni italiane – simili a quelle della Spagna dove Bbva cerca di acquisire Banco Sabadell – non siano sufficienti o compatibili con il diritto comunitario.
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