Attualità

Grano Italiano, la Puglia insorge: salviamo la Spiga

di Angelo Vitale -

PIAZZA DEL FERRARESE CAMPAGNA AMICA OPEN DAY LA FESTA DEL GRANO DEI MERCATI CONTADINI CHICCHI DI GRANO


“Si chiama Spiga di Grano, è nata in Italia ed è buona”. Proprio questa, con le maiuscole per un prodotto della terra centrale nell’economia della Puglia, l’orgogliosa rivendicazione che arriva dal Mezzogiorno. Sembra ricalcare l’affermazione di identità spesso richiamata pubblicamente dalla premier Giorgia Meloni, ed è accompagnata da una grafica che, nel ricordo di caratteri tipografici dei primi del secolo scorso, grida: “Salviamo grana e pasta italiani. Tuteliamo produttori e consumatori”.

E’ lo slogan che sta affiancando da mesi una campagna e una petizione di Cia – Agricoltori Italiani della regione Puglia, arrivata finora a 70mile firme sulla piattaforma Change.org. E ora gli agricoltori pugliesi sono stanchi e arriveranno con numerosi bus al porto di Bari lunedì 11 settembre. Qui rilanceranno la loro protesta, strettamente connessa al sospetto di un’ombra della Russia sul mercato italiano del grano. Da Capitanata, Barletta, Andria e Trani, Brindisi, Lecce e Taranto una grande manifestazione riunirà tutti i cerealicoltori pugliesi dalle 6 province. Previsti un sit-it e una conferenza stampa per tornare a chiedere immediate misure che tutelino i produttori cerealicoli e i consumatori italiani.

Non solo: la richiesta è per una taskforce che verifichi dna, provenienza e salubrità dei grani che arrivano nei porti d’Italia, l’attivazione del Registro Telematico e del pacchetto di azioni previste dal programma Granaio d’Italia. Invitati sindaci, consiglieri e assessori regionali, senatori, deputati e parlamentari europei, per fare sul serio sul principio della “sovranità alimentare” che le categorie vedono enunciato da mesi e poi continuamente insidiato dagli avvenimenti che che minacciano le economie locali.

Il presidente Cia Puglia Gennaro Sicolo non nasconde il suo sospetto in giri di parole: “Se le massicce quantità di grano importato che arrivano nei nostri porti fossero di provenienza russa, allora saremmo di fronte alla palese e gravissima violazione dell’embargo imposto a chi ha scatenato la guerra in Ucraina”. Accuse precise che chiamano alla responsabilità di controlli che, per i ceralicoltori, non sono svolti con efficacia: “Occorre una azione concreta che verifichi nave per nave il dna e la provenienza della valanga di frumento utilizzata per far crollare il valore riconosciuto al grano dei nostri produttori. Bisogna tornare a gridarlo con forza: c’è una paurosa speculazione in atto e l’Italia, con i suoi cerealicoltori e consumatori, è la prima vittima”.

Una denuncia che ha anche precisi indiziati: “Parte del grano ufficialmente proveniente da Turchia e Kazakistan potrebbe essere di provenienza russa. Nelle ultime settimane, nei porti italiani sono arrivati milioni di tonnellate di grano importato dalle zone in cui il frumento ha un prezzo bassissimo, commisurato alla sua qualità. Una manovra speculativa globale che ha determinato il crollo delle quotazioni. La nostra protesta continuerà finché il Governo italiano non adotterà misure urgenti e adeguate per fermare questa infame e gravissima speculazione”.

Uno scenario che richiama, evocando toni drammatici per i ceralicoltori pugliesi, l’incontro di pochi giorni fa a Soci sul Mar Nero ove il presidente russo Vladimir Putin ed il primo ministro turco Recep Tayyip Ergogan hanno provato a riannodare un confronto per riaprire il corridoio tra Bosforo e Dardanelli e l’export di cereali dall’Ucraina. Intanto, lunedì a Bari, la Puglia pretenderà a gran voce “sovranità alimentare” e tutela.


Torna alle notizie in home