Esteri

Grano ucraino fermo ad Odessa, Turchia e Russia al lavoro. Lavrov mercoledì ad Ankara

di Adolfo Spezzaferro -


Il ministro degli Esteri russo: “Kiev deve garantire lo sminamento dei propri porti”

Il piano per far arrivare il grano fermo sulle navi nel porto di Odessa prende corpo. Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha discusso con l’omologo ucraino Oleksii Reznikov riguardo a come creare corridoi sicuri nel Mar Nero, minato da Kiev per non far avvicinare e sbarcare le navi da guerra russe. Lo fa sapere la Tv di Stato turco Trt secondo cui, durante il colloquio telefonico, è stato anche discusso di come portare in Turchia aerei A400M fermi in Ucraina. A tal proposito, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov è atteso mercoledì ad Ankara per discutere con le autorità turche dei corridoi per il trasporto di prodotti agricoli.

“Oggi i nostri specialisti sono già in partenza per la Turchia e la mia delegazione vi si recherà domani. Spero che saremo in grado, se non di chiudere la questione – questo deve ancora essere fatto dai nostri leader – di elaborare in dettaglio le opzioni di cui ha parlato il presidente Putin e che dipendono esclusivamente da chi deve collaborare con l’Ucraina, da chi deve obbligare l’Ucraina a garantire lo sminamento dei propri porti e da chi è obbligato a rimuovere ogni ostacolo alla consegna, all’ assicurazione, alla manutenzione delle navi che consegneranno grano e altri prodotti alimentari ai porti dell’ Europa e da lì ai porti dei Paesi in via di sviluppo”. A spiegarlo è Lavrov nel corso di una conferenza stampa online in vista della sua missione in Turchia. Per il capo della diplomazia russa non v’è dubbio quindi che la riuscita dell’operazione dipende dalla totale collaborazione dell’Ucraina. Visto che non vi sono altri ostacoli (mine ucraine a parte).

A quanto pare, Mosca ha concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare per l’uscita delle navi ucraine con il grano dal porto di Odessa: i militari turchi saranno impegnati nello sminamento, inoltre scorteranno le navi in acque neutrali. Lì, le navi incontreranno le navi russe e le scorteranno sul Bosforo. Lo riporta il quotidiano russo Izvestia una fonte informata di alto rango, secondo cui finora lo schema è stato concordato solo per Odessa.

Dal canto suo, il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha scritto su Twitter di aver sentito il premier britannico Boris Johnson. “Insieme alla Gran Bretagna stiamo cercando modi per evitare la crisi alimentare e sbloccare i porti”. Le affermazioni di Zelensky comunque non modificano il quadro: il piano per il recupero del grano vede l’esclusivo coinvolgimento – oltre che dell’Ucraina – di Turchia e Russia. Il Cremlino infatti non vuole navi straniere nel Mar Nero.

Intanto, in un messaggio di saluto inviato al XXV Forum economico internazionale di San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin punta il dito contro l’Occidente. Gli errori commessi dai nemici della Russia nella politica economica hanno portato a un’ondata di inflazione globale, alla carenza di cibo e a un forte aumento della povertà. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti. “Questo forum si svolge in un momento difficile per l’intera comunità internazionale. Gli errori di politica economica commessi da anni dai Paesi occidentali e le sanzioni illegittime hanno provocato un’ondata di inflazione globale, hanno rovinato le tradizionali catene logistiche e produttive, hanno fatto aumentare drasticamente la povertà e hanno innescato la carenza di cibo”, dichiara Putin. In sostanza, dunque, la crisi del grano viene da lontano, almeno a sentire il presidente russo.


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