Attualità

Grappoli di rabbia

di Giovanni Vasso -


“Senza agricoltura non si mangia”. E di questo passo, con l’inflazione alle stelle e i rincari che costringono le aziende a lavorare in perdita, l’Italia rischia un lungo digiuno. Ieri mattina a Milano sono scesi in piazza i giovani agricoltori e allevatori di Coldiretti. Si sono ritrovati al Parco Sempione, in piazza Cannone, dove si sono presentati con i prodotti tipici e indossando gli abiti da lavoro.

Ci resteranno per altri due giorni nell’ambito dell’iniziativa del Villaggio Coldiretti. Hanno portato con sé cartelli di protesta, insieme alla rabbia di chi si vede, giorno dopo giorno, scivolare il futuro della mani. Hanno manifestato contro i nuovi aumenti dell’energia che rischiano di mandare a carte quarant’otto tutta la filiera del settore primario. Sarebbe una iattura, per tutti. E non soltanto per loro.

Per fare il punto della situazione, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha denunciato che “in alcuni casi con gli aumenti energetici abbiamo superato il 500% in termini di costo”. Ma a ciò “si va ad aggiungere l’aumento del costo del gasolio per i prodotti fitosanitari con un +250%”. Uno scenario simile, ha spiegato Prandini, “sta mettendo in forte difficoltà le nostre imprese con un rischio in termini di aumento dei costi sui cittadini e i consumatori”. L’agricoltura, nonostante abbia provato a far da scudo contro i rincari, ma adesso non regge più: “Fino a oggi ce lo siamo caricato noi come filiera, oggi non ce la facciamo più”.
Coldiretti ha snocciolato le cifre della “tempesta” perfetta scatenata dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime che sta letteralmente massacrando il settore agricolo italiano. È salito del 250% il costo dei concimi, del +95% quello dei mangimi; si spende il 110% in più per il gasolio e le bollette dell’energia, utilizzata per l’irrigazione dei campi, sono schizzate in media del 300%. In pratica sono triplicate ma il peggio, considerando gli aumenti annunciati soltanto nelle scorse ore dall’Arera, deve ancora venire. Per il momento ogni azienda, ha spiegato Coldiretti, deve pagare più di 17mila euro in più in media e intanto il valore aggiunto crolla addirittura nella misura del 42%. Con gli ulteriori rincari dell’energia, la situazione rischia di complicarsi ancora di più.

Questo è lo scenario, catastrofico. Ettore Prandini e gli agricoltori e allevatori italiani mettono fretta al governo, sia a quello uscente che a quello che arriverà: “Non abbiamo il tempo di aspettare più di un mese prima che entri in carica il nuovo governo. Guardiamo come si stanno muovendo gli altri Paesi membri: la Spagna, la Francia e oggi la Germania con uno stanziamento di 200 miliardi. Se noi staremo fermi, subiremo una situazione di concorrenza da parte di questi Paesi”. Una soluzione, Prandini c’è: “Sicuramente ci deve essere uno scostamento di bilancio e sicuramente si possono recuperare i maggiori proventi che ci sono stati legati alle bollette, che vanno riversati subito a favore di imprese e cittadini”.
A sostenere le richieste di Coldiretti, c’era anche Matteo Salvini che ha rilanciato sulla necessità, da parte delle istituzioni, di intervenire subito per tentare di dare respiro alle necessità delle imprese e, nel caso specifico, sulle bollette sempre più alte dell’energia, altrimenti “rischiamo di fare il triplo del debito con un milione di disoccupati in più”. Salvini ha dunque aggiunto: “Il nuovo governo sarà in carica tra un mese, non possiamo permetterci di aspettare altri 30 giorni, bisogna intervenire adesso perché tra due o tre mesi rischia di essere troppo tardi”.

Oggi toccherà a Giorgia Meloni parlare davanti agli agricoltori e agli allevatori Coldiretti. La leader di Fratelli d’Italia è attesa all’Arco della Pace a mezzogiorno. Sarà la sua prima uscita pubblica dopo la vittoria elettorale e, dunque, si presenterà da premier in pectore.


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