Esteri

Grecia: scontri e proteste dopo la strage ferroviaria

di Martina Melli -


A una settimana dalla strage ferroviaria che ha fatto decine di morti e centinaia di feriti, diverse città della Grecia sono scosse da scontri, manifestazioni e proteste. ll primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, si è scusato con le famiglie delle vittime suscitando grande rabbia in tutto il Paese.
“Come Primo Ministro, devo chiedere perdono a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime”, ha scritto in un messaggio pubblicato sul suo account Facebook. “Nella Grecia del 2023, non è possibile che due treni viaggino in direzioni opposte sulla stessa linea e non vengano notati da nessuno”.
A oggi ancora non sono chiare né le cause né i responsabili, quando il Capo dello Stato aveva promesso altrimenti: “La giustizia farà il suo lavoro. Le responsabilità saranno accertate, lo Stato sarà al fianco delle famiglie delle vittime. Piangeremo i nostri figli, i nostri fratelli e sorelle, i nostri amici: saremo uniti in questa tragedia. Chineremo la testa e stringeremo i denti, lavoreremo per garantire che non si ripeta mai più”. Sicuramente più efficace (e lodevole) la reazione del Ministro dei Trasporti, Kostas Karamanlis, che poche ore dopo l’incidente si è dimesso per rispetto alle vittime e alle loro famiglie.
Nella giornata di ieri più di 50.000 persone, tra cui lavoratori dei trasporti, studenti e insegnanti, hanno marciato nel centro di Atene cantando “Assassini!” e “Siamo tutti sulla stessa carrozza”. I manifestanti hanno sventolato i cartelli “Abbasso i governi assassini”, bloccato la metropolitana, dato fuoco ai bidoni della spazzatura e lanciato molotov. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e granate stordenti.
Migliaia di persone sono scese in strada anche nella seconda città più grande della Grecia, Salonicco, dove un gruppo di manifestanti ha lanciato pietre contro un edificio governativo. Le proteste hanno coinciso con uno sciopero di 24 ore indetto dai lavoratori di diversi settori, che ha interrotto gli spostamenti in tutto il Paese.
Ad aver suscitato la pubblica indignazione lo stato fatiscente della rete ferroviaria. Secondo le testimonianze dei lavoratori in sciopero, infatti, da biasimare sono anni di negligenza, carenza di investimenti e carenza di personale – un’eredità della decennale crisi del debito del Paese. Le cause del disastro dunque vanno ricercate negli antiquati sistemi di gestione di tutta la rete. E non solo. Il sistema di controllo è ancora del tutto manuale: il capostazione infatti avrebbe impartito l’ordine di cambiare il binario, ma il sistema elettronico di controllo non lo avrebbe eseguito.
Lo scontro tra i due treni, uno passeggeri e uno merci, è stato talmente violento che due carrozze si sono letteralmente polverizzate, la terza si è rovesciata di lato. Tristemente, in una delle due carrozze viaggiavano tanti studenti universitari. “Mandami un messaggio quando arrivi”, è una delle frasi che spicca sui cartelli dei manifestanti. Ormai, amaramente, uno degli slogan delle proteste.
“Ti senti arrabbiato perché il Governo non ha fatto nulla per tutti quei ragazzi. Il trasporto pubblico è un disastro”, ha detto Nikomathi Vathi, 19 anni.
“Saremo qui fino a quando le cose non cambieranno”, ha detto un altro studente, Vaggelis Somarakis. “Siamo i giovani di questo Paese e non ci fermeremo”.
I lavoratori delle ferrovie hanno organizzato scioperi di 24 ore a partire da oggi, fermando del tutto la rete. Gli addetti del settore affermano che le loro richieste di miglioramento dei protocolli di sicurezza sono rimaste inascoltate per anni e hanno promesso che ora la “imporranno”, per garantire che un incidente del genere non si ripeta mai più. Adesso è da capire cosa succederà al Governo, il cui mandato scade a luglio.
I politici greci hanno puntato il dito contro una serie di errori umani e contro le carenze che non sono state risolte negli ultimi decenni. Ovviamente colpa delle precedenti amministrazioni.

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