Ambiente

GREEN SARÀ LEI

di Angelo Vitale -


Transizione ecologica, si o no? Ma come stanno messe davvero le cose, nel cuore delle imprese? Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, prende la strada della chiarezza, per andare al nocciolo del problema, che investe i lavoratori. E sceglie l’elettrico: “Sbagliato, perchè se l’obiettivo da raggiungere è la sostenibilità ambientale, chiedo: l’estrazione del litio e del cobalto è sostenibile? Io dico che non lo è”. E poi, “la transizione non è una strada facile. Facciamo i conti anche con la sostenibilità sociale, che investe 70 mila lavoratori, 140 mila con l’indotto. Il governo convochi subito un tavolo, ma prima stimi i costi sociali, perché non vorrei che qualcuno ci venisse a dire che stiamo lasciando a casa quelle persone per le scelte fatte da loro, dai politici”.
“C’è la data del 2026 – aggiunge -. Se è una strada sbagliata, ci si fermi subito. Noi non siamo contrari alla transizione, ma sia seria. Serve un tavolo, ma non di 40 persone. La sostenibilità ambientale passa da quella sociale”.
Da un comparto all’altro, in un mercato che cambia per l’innovazione, non solo per la sostenibilità. Da lavoratori a rischio nell’automotive a lavoratori assenti nell’agricoltura. Ne parlerà a Bologna il presidente di Confagricoltura Marcello Bonvicini, spiegando come la robotica e l’agricoltura 4.0 abbiano svuotato i campi: ne manca il 20% di quelli che occorre utilizzare. E poi a proposito della sostenibilità, a L’identità dice: “Nei processi produttivi di oggi la parola d’ordine è circolarità. La transizione energetica sia un’opportunità per gli agricoltori, non un ostacolo. E dobbiamo accelerare le rinnovabili: biometano, fotovoltaico e agrivoltaico. È necessario velocizzare gli iter autorizzativi, realizzare nuovi impianti, aggregare imprese, produrre energia pulita, ridurre le importazioni di gas in nome della sostenibilità, la carta vincente”.
Non è un sogno lontano. Riccardo Minarelli, 28 anni, guida della Leona di Codigoro (Gruppo GestCav) gestisce 2.500 ettari di campi coltivati a riso, mais, soia. E produce ogni anno 250mila quintali di ammendante. “Con quanto da noi prodotto e con gli scarti di una filiera corta di una trentina di aziende
produciamo energia elettrica per 1 MW, biometano e biogas. Parte dell’energia elettrica la utilizziamo per noi, come parte del biometano. La restante parte di quanto prodotto – un totale di 30 milioni di mc per il biometano –, la vendiamo, per esempio a Edison”. Parole che rincuorano. E’ quanto servirebbe a 2/3mila famiglie. Poco o o tanto che sia, l’esempio del valore dell’economia circolare che ad aziende come la Leona è bastato per fare da soli e per aggiungere quantità di energie rinnovabili al fabbisogno energetico nazionale. Ci vorrebbero mille o più Leona, per fare quanto serve al nostro Paese, diciamo noi con Minarelli.
Esempi isolati? Per l’ultima ricerca EY Seize the change “il tessuto imprenditoriale sta ripianificando le proprie strategie di sostenibilità anche in funzione della guerra in Ucraina” ma “secondo il 65% delle aziende, continua la transizione a modelli di business più sostenibili”.
Un ultimo comparto, con Acimga/Confindustria che riunisce chi produce macchinari specie per la carta. Il direttore Enrico Barboglio conferma “una tenuta della resa performante sulla sostenibilità nei processi produttivi”. E Alfio Brandi di Fosber Italia racconta : “Less is more. Dal 2000 utilizziamo meno energia. E meno aria, colla, vapore. Non arretriamo sulla carbon footprint”.

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