Politica

Gualtieri, il “fantasma” nel mirino di Schlein

di Redazione -

ROBERTO GUALTIERI SINDACO DI ROMA


Roberto Gualtieri chi? No, non si tratta di una domanda, ma di un nuovo meme che passa di bocca in bocca tra i cittadini della Capitale, ormai governata da un sindaco fantasma. E non è più neanche una questione politica, la classica polemica montata dall’opposizione che critica sempre e comunque. Dell’assenza del primo cittadino in quota Pd se ne sono accorti pure i sassi se perfino quelli di sinistra, che votano dem, cominciano a domandarsi se a Roma un sindaco c’è. Claudio Amendola, non certo un fazioso fascista ma uno che ha comunicato pubblicamente la sua preferenza alle primarie del Pd per la neosegretaria Elly Schlein, pochi giorni fa lo ha detto candidamente in un’intervista a Belve, quando Francesca Fagnani ha chiesto se all’attore piacesse la Capitale governata da Gualtieri: “Non so, non me ne accorgo. Finché c’era la Raggi a Roma titoloni sui giornali, su tutto. Mo’ pare che non c’è più un sindaco”. Il fantasma Gualtieri, d’altronde, ormai è diventato il simulacro di se stesso, una figura che si materializza con la sua chitarra per un giro di do, ma che non dà. Sparisce puntualmente, infatti, dopo ogni promessa a favor di telecamere per le opere necessarie alla città che, per bocca di Gualtieri, sono quasi ultimate, mentre nella realtà non sono mai partite. L’emblema della dimensione ectoplasmatica del sindaco dem è certamente il termovalorizzatore, l’opera mastodontica che avrebbe dovuto risolvere l’emergenza rifiuti e fermare la mortificazione della Città Eterna, le cui foto dei cassonetti ricolmi di immondizia, tra turisti che passeggiano e gabbiani che banchettano, continuano a fare il giro del mondo. Gualtieri, che è stato nominato commissario straordinario di governo per il Giubileo e che quindi ha i poteri commissariali necessari alla realizzazione del mega impianto per la spazzatura, a luglio scorso aveva promesso che il termovalorizzatore, inserito nel suo Piano rifiuti, sarà realizzato nell’area industriale, “in tempo per il Giubileo”, che inizierà con l’apertura della Porta Santa la notte di Natale 2024 e accoglierà per tutto il 2025 decine di milioni di pellegrini da tutto il mondo. Eppure finora, a parte l’acquisto per una cifra spropositata del terreno agricolo a Santa Palomba, l’area prescelta per ospitare l’impianto, e il bando per la manifestazione di interesse per l’individuazione dei soggetti interessati a progettare l’opera, nulla è stato fatto, né si prevede che i prossimi passi possano essere completati in tempi brevi. Il Campidoglio dovrà innanzitutto valutare i requisiti delle imprese, per accertare che siano all’altezza della presentazione di un progetto simile. A quel punto ai “meritevoli” verrà fornita la documentazione dell’area di Santa Palomba e l’impresa dovrà procedere con il lavoro dei progettisti. Passeranno dunque diversi mesi prima che le proposte possano essere presentate e valutate sotto tutti i punti di vista, perfino in termini della tariffa da praticare per ciascuna tonnellata di rifiuto bruciato o per determinare la durata della concessione per la gestione dell’impianto a chi vincerà la gara e le royalties dovute a Roma Capitale. Senza contare che ora il sindaco del Pd ha il capo del suo stesso partito contro il termovalorizzatore. Non è un mistero che la segretaria, sulle questioni ambientali, si raccordi con l’ex parlamentare ecologista Roberta Muroni, la quale, in una delle ultime iniziative prima delle primarie, aveva detto da un palco gremito a piazza Testaccio e in presenza di Schlein: “Sogno un Pd in cui non sia lesa maestà dire che costruire un inceneritore da 700mila tonnellate senza nemmeno un serio piano industriale di gestione dei rifiuti circolare è un errore”. Insomma, il progetto crea quanto meno imbarazzo, anche se il sindaco ha il potere straordinario per andare avanti comunque, sempre che riesca almeno a far posare la prima pietra in tempi ristretti, visto che mancano 21 mesi alla scadenza, che lui stesso ha indicato, per il completamento dell’opera. Non la sola, certamente. Perché per Roma, nel caos e nel degrado, sono previsti centinaia di interventi per il Giubileo 2025. Il primo pacchetto, quello dei lavori “essenziali e indifferibili”, è stato avviato nelle scorse settimane e prevede 87 opere, delle quali 32 sono progetti di riqualificazione e valorizzazione, 23 per l’accessibilità e la mobilità, otto per l’accoglienza e 24 per l’ambiente e il territorio. Un programma che prevede l’impiego di 1,8 miliardi di risorse complessive, di cui un miliardo di fondi giubilari ai quali si aggiungono 500 milioni di euro per i 335 interventi già definiti con i fondi del Pnrr per la realizzazione del piano “Caput Mundi” . Una corsa contro il tempo, ma peccato che neanche questi lavori siano ancora partiti. Nessuno. Eppure ogni annuncio di Gualtieri, quando si materializza, sembra sempre un successo. “Grazie anche agli interventi legislativi introdotti nel decreto Pnrr 3, che consentono l’accelerazione e la semplificazione delle procedure di gara sugli interventi più importanti, saremo in grado di aprire i cantieri prima del previsto. L’obiettivo per il sottopasso di piazza Pia è di aprire i cantieri già entro giugno. Anche a piazza san Giovanni, piazza Risorgimento e stazione Termini inizieremo i lavori con tempi più rapidi del previsto”, aveva detto il sindaco poche settimane fa, al termine della riunione della Cabina di Coordinamento per l’Anno Santo, a Palazzo Chigi. “Abbiamo fatto una ricognizione molto ampia dello stato di tutti gli interventi e stiamo procedendo secondo la tabella di marcia”, ha sottolineato Gualtieri, precisando che “abbiamo anche approvato una rimodulazione di alcuni interventi di Caput Mundi che consente di portare a 150 i siti su cui faremo gli interventi e di avere il 50 per cento di questi conclusi entro il dicembre 2024, in tempo per il Giubileo”. Sempre in tempo, è la parolina magica. Sarà, nel suo mondo ideale, ma a Roma a parte la sporcizia in strada, il degrado degli sbandati, la malamovida e la mancanza di sicurezza, tutto l’ottimismo di Gualtieri non si vede. Senza contare lo scandalo del racket delle occupazioni abusive, che ha toccato il Campidoglio per le chat tra l’assessore al Patrimonio Tobia Zevi e il ras del movimento per la casa Luca Fagiano, il quale gli intimava: “Ora cambiate il piano casa”. Infine, con la sua latitanza il sindaco sta del tutto snobbando la Ryder Cup 2023, il torneo internazionale di golf che si giocherà per la prima volta in Italia dal 25 settembre al primo ottobre presso il Marco Simone Golf Club a Guidonia. È pur vero che la zona non è di competenza del Comune, ma almeno la viabilità del quadrante nord est della città merita, se non altro, un rifacimento dell’asfalto. Per evitare che i campioni del golf vengano inghiottiti dalle buche stradali ancor prima di poter mettere la loro pallina nelle buche del green.

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