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Esteri

Guerra dazi Usa-Cina: ora Pechino tassa pure le navi da crociera

La nave Riviera dirotta su Seul per evitare una tassa di 1,6 milioni di dollari a Shanghai

di Angelo Vitale -


La guerra dei dazi Usa Cina continua, Pechino ha esteso le nuove tasse portuali speciali anche alle navi da crociera in arrivo nei suoi porti.

La guerra dei dazi Usa-Cina

L’identità ne ha già scritto nei giorni scorsi. Questa decisione ha effetto dal 14 ottobre e rappresenta una misura di reciprocità rispetto alle tasse portuali introdotte dagli Stati Uniti.

Mentre gli Stati Uniti puntano alle navi di proprietà o bandiera cinese costruita in Cina, la Cina si concentra sulle navi di proprietà o bandiera statunitense.

Le tasse alle navi da crociera

Il test più evidente di questa nuova politica, raccontato da Maritime Executive, si è ora trasferito al settore dei viaggi in nave. Il caso, con la nave da crociera Riviera, battente bandiera delle Isole Marshall e gestita dalla compagnia statunitense Oceania Cruises.

Questa nave, progettata per il mercato statunitense e con passeggeri americani, avrebbe dovuto pagare circa 1,6 milioni di dollari in tasse portuali per uno scalo a Shanghai. Per evitare il pagamento, ha deviato la rotta verso Busan, in Corea del Sud.

Al contrario, la nave Spectrum of the Seas della Royal Caribbean International, con base a Shanghai e rivolta al mercato cinese, ha ricevuto una deroga dalle tasse aggiuntive. La deroga sembra riguardare solo le navi con base in Cina, mentre quelle associate agli Stati Uniti non ne beneficiano.

Le misure di Pechino

Attualmente, la tassa portuale ammonta a 56 dollari per tonnellata netta, ma dovrebbe salire a 157 dollari entro il 2028. Un aumento destinato a produrre costi considerevoli per le grandi navi da crociera, oltre 9 milioni di dollari per un attracco della Spectrum of the Seas, con prospettive di superare i 26 milioni a crociera.

Nel mirino, le compagnie Usa. Alcuni scali già previsti sono stati cancellati, come quelli di Disney Cruise Line a Shanghai.


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