Attualità

Gufi del Covid

di Adolfo Spezzaferro -


Mentre girano di tanto in tanto le foto dell’ex ministro Roberto Speranza rigorosamente mascherinato in ogni dove, si leva il coro apocalittico degli allarmisti di professione: le virostar che per anni hanno imperversato in tv, durante la pandemia. Per il terzo anno di seguito, questi esperti di Covid vorrebbero rovinare il Natale agli italiani. Ora che i ricoveri sono davvero ridotti al minimo e che il virus è praticamente endemico, con una percentuale molto alta di persone che nonostante le tre dosi di vaccino (obbligatorie per avere l’odiato e odioso green pass) si sono prese il Covid, questi gufi di mestiere sono ancora lì appollaiati ad agitare lo spauracchio.
“Il Covid-19 non è finito, rimane altamente endemico in Italia. Non abbiamo i dati tutti i giorni, ma alla fine della settimana contiamo decine di migliaia di casi e centinaia di morti, di questo passo ne avremo 30-40mila l’anno. È una strage silenziosa”. Sono le parole super drammatizzate di Walter Ricciardi, docente di igiene all’Università Cattolica di Roma, ex consigliere di Speranza. “Un po’ tutta la civiltà occidentale si è stancata del Covid e cerca di rimuoverlo. Il compito dei governi, però, non è quello di rimuovere – afferma convinto – ma cercare soluzioni. In questo momento soltanto alcuni governi lo stanno facendo, come quello giapponese. Il nostro Paese è ultimo sulle quarte dosi” di vaccino “e l’uso delle mascherine è ormai dimenticato. Sono errori gravi nei confronti del virus”.
Il più menagramo di tutti, oggi parlamentare del Pd è Andrea Crisanti, che lancia il suo ennesimo funesto presagio: “Il Covid non è affatto finito, siamo in una situazione instabile, dobbiamo aspettarci che ci saranno delle oscillazioni più che delle onde. La priorità ora però è proteggere i fragili”. Il senatore dem ammette: “Nemmeno io ho conoscenza dei dati sui contagi so che in Europa stanno salendo, ma forse ci ritengono dei ragazzini che è meglio non li conoscano…”. Insomma, il messaggio è chiaro: Crisanti pur non conoscendo i numeri (un modo per criticare la decisione del governo Meloni di rendere il bollettino settimanale) dà per scontato che siano preoccupanti.
E a proposito dell’ennesima variante del Sars-Cov-2, la cosiddetta Cerberus, per Fabrizio Pregliasco non è da escludere né da sottovalutare il rischio che si propaghi sotto Natale, se si considera che “la risalita dei casi Covid è già iniziata”. Ecco perché il docente di Igiene dell’università Statale di Milano rispolvera tutte le “armi” per trascorrere le festività natalizia ancora una volta in preda all’angoscia. Non solo vaccini e mascherine, dunque. Ma anche attenzione all’eccesso di folla alle riunioni di famiglia e fra amici. “Occorre ricordare che le persone fragili ancora possono avere effetti pesanti e quindi preserviamole, in termini di utilizzo delle mascherine e di esecuzione della quarta dose. E magari limitando un po’ il numero delle persone” nei ritrovi festivi, ai pranzi o ai cenoni, afferma Pregliasco.
Massimo Galli poi avverte che “sarebbe opportuno, prima di andare a comprare i regali, di fare la quarta dose del vaccino e contemporaneamente anche l’antinfluenzale”. L’ex direttore del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano sostiene che “più gli anziani posticipano il secondo richiamo più saranno scoperti per le festività natalizie che, immagino, quest’anno saranno senza limitazioni. A questo rischio di contagio da Sars-Cov-2 aggiungerei anche quello per l’influenza che, visto quello che è successo già in Australia, sarà sicuramente più pericolosa. Chi ha cari in condizioni fragili deve avere cura – prosegue Galli -. Ovvero non devono essere esposti al rischio contagio Covid ma soprattutto dovrebbero essere vaccinati al più presto se non l’hanno fatto. Le situazioni super affollate, almeno in linea teorica, con questi numeri del virus non ce le possiamo permettere. L’indicazione è di avere prudenza e di stare attenti ai grandi anziani, è un periodo – conclude – in cui è facile incubare un’infezione senza rendersene conto e quindi è anche facile contagiare le persone di famiglia”.
Al di là di certo catastrofismo fuori tempo massimo,il quadro pandemico è profondamente migliorato. “Rispetto al 2021 la situazione epidemiologica” di Covid-19 in Italia “è molto cambiata, così come la stessa malattia”. Ecco perché, fa presente Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) “si è quindi potuto eliminare l’obbligo di vaccinazione per i professionisti sanitari, con una decisione di buon senso e saggezza”.


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