Hamas si nasconde nella vasta rete di tunnel sotterranei di Gaza
Esiste una Gaza sotterranea con centinaia di km di tunnel dove si muovono e si nascondono i militanti di Hamas. Le forze di difesa israeliane la chiamano la metropolitana di Gaza: una rete che serve a trasportare persone e merci; missili e munizioni. Fino al 2010 si trattava di passaggi utilizzati per contrabbandare merce proveniente dall’Egitto. Dopo il 2010, quando Israele ha iniziato a consentire l’importazione di più merci attraverso i suoi valichi, il contrabbando è diventato meno importante per Gaza. Successivamente l’Egitto ha iniziato ad allagare e a distruggere questi tunnel per bloccarlo definitivamente.
Hamas e altre fazioni hanno iniziato a scavare tunnel per attaccare Israele: nel 2021 Hamas ha affermato di aver costruito 500 chilometri di tunnel sotto Gaza, anche se non è chiaro se la cifra fosse accurata o fittizia. Se fosse vero, i tunnel sotterranei di Hamas sarebbero poco meno della metà della lunghezza della metropolitana di New York. “Questi non sono bunker per i civili di Gaza. Sono solo per Hamas e altri terroristi in modo che possano continuare a lanciare razzi contro Israele, pianificare operazioni, mandare terroristi in Israele” ha detto un portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).
“I tunnel transfrontalieri tendono ad essere rudimentali, nel senso che non hanno quasi alcuna fortificazione. Sono scavati con uno scopo unico: invadere il territorio israeliano”, ha affermato Daphné Richemond-Barak, esperta di guerra sotterranea e professoressa alla Reichman University di Israele. “I tunnel all’interno di Gaza invece sono diversi perché Hamas li usa regolarmente. Probabilmente sono più comodi per restarci per periodi di tempo più lunghi. Sono sicuramente attrezzati per una presenza più lunga e sostenuta. I leader si nascondono lì, hanno centri di comando e controllo, li usano per i trasporti e le linee di comunicazione. Sono dotati di elettricità, illuminazione e binari. Ci si può muovere di più e stare in piedi.”
Secondo la professoressa, negli ultimi anni Hamas sembra aver “perfezionato l’arte” della costruzione di tunnel e della guerra, avendo imparato moltissimo osservando le tattiche dei combattenti ribelli siriani ad Aleppo e dei militanti jihadisti del gruppo Stato islamico a Mosul. Si ritiene che i tunnel all’interno di Gaza siano fino a 30 metri sotto la superficie e abbiano ingressi situati ai piani inferiori di case, moschee, scuole e altri edifici pubblici per consentire ai militanti di eludere il rilevamento.
Come è stato possibile costruire tali tunnel in profondità quando Gaza è sotto blocco terrestre, marittimo e aereo da parte di Israele, nonché un blocco terrestre da parte dell’Egitto, dal 2007? Dunque senza le tecnologie e i macchinari necessari? Gli esperti affermano che gli scavatori (con strumenti di base) probabilmente hanno scavato in profondità nel sottosuolo per scavare la rete che è oggi cablata con elettricità e rinforzata con cemento. Non a caso Israele accusa da tempo Hamas di dirottare il calcestruzzo destinato a scopi civili e umanitari per la costruzione di tunnel.
È possibile che un tunnel transfrontaliero sia stato utilizzato dai militanti di Hamas durante gli attacchi dello scorso fine settimana in Israele, in cui sono state uccise almeno 1.300 persone e più di 150 altre sono state prese in ostaggio. Se ciò venisse confermato, significherebbe che il tunnel è stato costruito sotto la barriera sotterranea di cemento costellata di sofisticati sensori di rilevamento anti-tunnel installati da Israele. Questo perché nessun sistema di rilevamento è infallibile. I tunnel non sono facili da impedire né da mettere in sicurezza (nel caso in cui ci fossero ostaggi). Come ha sottolineato la docente, Hamas, avendo avuto tutto il tempo necessario per piazzare trappole esplosive sull’intera rete, potrebbe semplicemente lasciare che i soldati entrino per poi far saltare tutto.
Secondo Colin Clarke, direttore della ricerca presso la società di consulenza sulla sicurezza Soufan Group, gli israeliani potrebbero inviare nei tunnel droni e veicoli senza pilota, per mapparli e identificare eventuali trappole esplosive. Dall’esterno, gli aerei da guerra potrebbero invece sganciare bombe “sfonda bunker”, che penetrano in profondità nel terreno prima di esplodere. Ovviamente, tutte queste strategie comporterebbero rischi di danni collaterali a causa della densità abitativa del terreno urbano.
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