Esteri

Hiroshima, 80 anni dopo: la memoria dei sopravvissuti e l’ombra del riarmo nucleare

Alla commemorazione presenti 55mila persone tra sopravvissuti e delegazioni provenienti da 120 Paesi e regioni

di Giuseppe Ariola -


Hiroshima ha commemorato oggi l’80 esimo anniversario del bombardamento atomico del 6 agosto 1945, con una cerimonia toccante che ha visto la partecipazione di circa 55.000 persone, tra cui delegazioni provenienti da 120 Paesi e regioni, inclusi Russia e Bielorussia. Alle 8:15 del mattino, l’ora esatta in cui il bombardiere statunitense B-29 sganciò la bomba su Hiroshima, la città si è fermata per un minuto di silenzio, accompagnato dal suono solenne della campana della pace.

In una giornata densa di emozione, i protagonisti sono stati soprattutto loro: gli hibakusha, i sopravvissuti alla bomba atomica. Con un’età media ormai superiore agli 86 anni, molti hanno espresso la consapevolezza che questo anniversario potrebbe essere l’ultima grande occasione per tramandare la propria testimonianza diretta. “Tra 10 o 20 anni non ci sarà più nessuno a raccontare questa esperienza triste e dolorosa”, ha affermato Minoru Suzuto, 94 anni, uno degli ultimi testimoni oculari di quell’inferno. “Ecco perché voglio condividere la mia storia il più possibile”.

Il bombardamento di Hiroshima di 80 anni fa causò circa 140.000 morti, seguito tre giorni dopo da quello su Nagasaki, che ne provocò altri 70.000. Il 15 agosto 1945, il Giappone si arrese, segnando la fine della Seconda guerra mondiale e di quasi mezzo secolo di espansione militare nipponica in Asia. Tuttavia, la tragedia di Hiroshima continua a rappresentare uno dei moniti più severi contro l’uso delle armi nucleari.

Un messaggio ripreso con forza dal sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, che nel suo discorso ha criticato la crescente accettazione del riarmo nucleare come strumento di deterrenza. “Questi sviluppi ignorano palesemente le lezioni che la comunità internazionale avrebbe dovuto apprendere dalle tragedie del passato”, ha dichiarato. “Minacciano di far crollare gli sforzi di costruzione della pace portati avanti con tanto impegno”.

Nel suo intervento, Matsui ha fatto riferimento alla guerra in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente, richiamando le politiche di Stati Uniti e Russia, che da sole detengono la maggior parte delle testate nucleari mondiali. “Queste politiche fuorvianti potrebbero avere conseguenze assolutamente disumane per le nuove generazioni”, ha ammonito, invitando i giovani a farsi custodi della memoria e promotori della pace.

Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, insieme al sindaco e ad altri funzionari, ha deposto fiori al cenotafio delle vittime, mentre, in un gesto simbolico, sono state liberate decine di colombe bianche, rappresentazione universale della pace. Ore prima della cerimonia ufficiale, già all’alba, sopravvissuti e familiari delle vittime avevano iniziato a raccogliersi nel parco del memoriale per rendere omaggio ai loro cari.

Se da un lato il Giappone continua a mantenere una politica di non possesso e non uso di armi nucleari, dall’altro cresce nel mondo il sostegno a una dottrina della deterrenza che molti a Hiroshima considerano un tradimento della memoria storica. Con il numero dei testimoni in costante calo, a 80 anni dagli avvenimenti la sfida diventa quella di preservare e trasmettere il loro messaggio, affinché Hiroshima non venga mai dimenticata — né ripetuta.


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