Editoriale

HOT PARADE

di Filippo Tabacchi -


Il Presidente della Repubblica

Lancia un accorato appello alla pace e individua nell’Europa un campo di battaglia da cui possiamo uscire distrutti dopo gli inferi del secolo breve. Stupiscono ma fino ad un certo punto molti, troppi eccessi bellicistici e quasi interventistici di stampa e giornalisti da talk che giocano a Risiko, accusando di filoputinismo e di compromissione con lo zar chiunque si ponga dei dubbi sull’operato dell’Occidente che tanti errori ha commesso negli ultimi decenni.








Giancarlo Giorgetti

Bossiano col Senatur, maroniano con Maroni e salviniano con Matteo. L’highlander di Varese è in corsa per tante careghe dopo anni di lotta e di governo in equilibrio tra ampolle padane, camicie verdi, santini e rosari ed infine Draghi. Adesso pare che Giorgia lo voglia piazzare alla Camera per mettere sotto stretta osservanza il segretario della Lega. Se Parigi val bene una messa, Giorgetti la officerà dall’altare potete metterci la firma.








Erdogan

Per comprendere appieno il degrado in cui è finita la classe europea ci aggrappiamo al sultano 4.0 di Istanbul che vede Putin ad Astana. Possiamo permetterci come continente millenario di metterci nelle mani di un sincero democratico? Il convento passa questo e lo accetteremo. Successo? dura, durissima. Otterrà ancora soldi e contributi UE e ci terrà in ostaggio con le rotte dei migranti ma in questo momento ogni possibilità di pace è da perseguire. Ad ogni costo.


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