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Addio a Hulk Hogan, se ne va un simbolo dell’America

Fatale un malore in casa: il wrestler aveva 71 anni

di Giovanni Vasso -


Hulk Hogan è morto. Se ne va un simbolo dell’America pop. Aveva 71 anni. Una vita intera spesa sul ring, a strapparsi la maglietta e a “cantare” l’orgoglio americano. Il wrestler più famoso del mondo è spirato a casa sua, a Clearwater in Florida. Stando a quanto riporta Tmz, gli è stato fatale un malore. Che, probabilmente, lo ha portato all’arresto cardiaco. Inutili i soccorsi.

Hulk Hogan, una carriera dal Giappone a Hollywood

Si chiamava Terry Bollea, la sua famiglia ha radici italiane, per la precisione piemontesi. Il nome gli venne imposto dai promoter dell’epoca che cercavano un volto e un fighter che potesse accendere i tifosi di origini irlandesi. Celeberrime le sue performance e le grandi rivalità sul ring: su tutte, quella che l’ha reso il campione più amato di tutti, ossia l’eterna sfida con André The Giant, a cui nella vita reale lo legava un’amicizia molto forte. Una vita, lunghissima, da babyface ossia da “buono” del ring. Che, col passaggio dalla Wwe alla Wcw, gli consentì pure di sperimentare il ruolo di heel, cioè del “cattivo” nei panni di Hollywood Hogan, capo indiscusso del Nwo.

Un simbolo americano

La zazzera bionda, il fisico scolpito, l’approccio guascone e spavaldo. Alto, biondo e muscoloso. Chitarra in mano, e magliette strappate. Hulk Hogan ha attraversato un’era intera dell’America. Diventando uno dei simbolo dell’epoca reaganiana, del disimpegno, del pop. Il suo volto, tra programmi tv, serie, film al cinema, persino videogiochi e le immancabili action-figures (con una lunga diatriba che l’oppose alla Marvel per i diritti sul nome Hulk) sono stati venduti in tutto il mondo. Persino le vitamine col suo volto stampato su, per diversi anni, hanno rappresentato un must per i ragazzini americani. Negli ultimi anni aveva impresso il suo volto su una marca di birra. Si era schierato dalla parte di Donald Trump alle ultime elezioni arrivando a strapparsi, per lui, l’ultima maglietta in pubblico.


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