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I 30enni sudcoreani adottano pietre per sentirsi meno soli

di Martina Melli -


La Corea del Sud è uno dei Paesi più oberati di lavoro al mondo, secondo le statistiche dell’OCSE.
Con solitudine e burnout all’ordine del giorno, tra i millennials sudcoreani si è diffusa una pratica molto peculiare, quella di “adottare” delle pietre, le cosiddette “pet-rocks”, rocce da compagnia. Queste rocce, di fatto percepite come un mezzo per alleviare il pervasivo senso di isolamento e lo stress quotidiano, rappresentano una versione più economica e meno impegnativa degli animali domestici.
Le pietre, decorate e arricchite di accessori personalizzati, sembrano fornire una parvenza di comfort e connessione in un mondo sempre più isolato. La loro crescente popolarità è evidente su piattaforme di social media come TikTok, dove gli utenti mostrano il loro legame con le pietre tra sforzi nella decorazione e nella cura delle stesse.
Questa presenza online così significativa ha catalizzato un mercato per le rocce da compagnia, e le ha rese accessibili a un pubblico più ampio. Le persone danno soprannomi alle pietre, preparano loro letti dove riposare, le vestono e le trattano come se fossero vive, ha riferito The Strait Times.
Per quanto assurdo tutto questo possa sembrare, i benefici terapeutici delle rocce da compagnia vanno oltre il loro valore simbolico.
Molti sudcoreani infatti riferiscono di provare un senso di calma e tranquillità quando interagiscono con le loro rocce domestiche, sia attraverso la conversazione, il tocco o l’espressione creativa. La sensazione tattile di tenere in mano una pietra liscia, unita al processo ritmico di dipingerla o decorarla, può essere un’attività rilassante e meditativa.
La tendenza al collezionismo di pietre è iniziata durante la pandemia di Covid19 ma si rifà al concetto di “suseok”, o roccia dello studioso, rinomata per le sua funziona beneaugurante durante la dinastia Joseon. Originariamente simbolo di prosperità e raffinatezza, il suseok ha riguadagnato popolarità durante il boom economico alla fine del XX secolo.


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