Esteri

I CACCIA NON DECOLLANO

di Ernesto Ferrante -


La coalizione dei caccia lanciata da Gran Bretagna e Olanda parte con il freno a mano tirato. Qualsiasi decisione sull’invio degli F16 all’Ucraina “spetta alla Casa Bianca”, ha detto il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, dopo aver incontrato a Berlino l’omologo tedesco, Boris Pistorius. Wallace ha spiegato che Londra potrà contribuire con “addestramento e sostegno, con alcuni limiti perché non abbiamo piloti di F16”. “Quello che possiamo fare è quello che stiamo facendo – ha poi concluso – che è aiutare ogni nazione che viene da noi e dice ‘vogliamo portare i tank in Ucraina’ e noi aiutiamo questo processo”. Ancora più “tiepido” Pistorius: “La Germania non può svolgere un ruolo attivo nell’alleanza perché non abbiamo le capacità di addestramento, le competenze, né i caccia”. Ad oggi, chiacchiere a parte, Zelensky ha ricevuto solo 14 aerei da combattimento MiG-29 dell’era sovietica dalla Polonia e 13 dalla Slovacchia.
“Stiamo conducendo con successo un’operazione difensiva, contrattaccando, e oggi le nostre unità sono penetrate fino a 500 metri in alcune parti del fronte di Bakhmut”. Ad annunciarlo è stato il portavoce delle truppe ucraine impegnate nell’est, Serhiy Cherevatyi. Cherevatyi ha anche parlato della presunta carenza di munizioni dei russi, smentendola: “Il nemico sta cercando di conquistare la città colpendo con tutti i sistemi e calibri. Non si può parlare di fame di munizioni”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è disponibile ad “ascoltare le proposte” di pace che potranno essere avanzate da sei Paesi africani (Sudafrica, Zambia, Senegal, Repubblica del Congo, Uganda ed Egitto), di cui ha dato notizia il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa. Il portavoce della presidenza ucraina, Sergei Nikiforov, ha confermato che Zelensky e il suo omologo sudafricano hanno avuto una conversazione telefonica nei giorni scorsi, durante la quale Ramaphosa ha espresso l’intenzione di recarsi da lui con l’obiettivo di “trovare una soluzione pacifica al devastante conflitto in Ucraina”.
Anche Mosca è pronta a prendere in considerazione le iniziative dei leader dell’Africa e dell’America Latina. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov in una conferenza stampa. Lavrov ha riferito di aver risposto “agli appelli che ci sono stati lanciati dall’America Latina e dagli amici africani che siamo pronti a prendere in considerazione qualsiasi loro proposta, dettata da un desiderio sincero di contribuire alla stabilizzazione dell’ordine mondiale, ma finora, a differenza dei nostri vicini cinesi, da brasiliani e africani non abbiamo visto nulla di scritto”.
L’inviato speciale cinese Li Hui è arrivato a Kiev, nel quadro di una missione per individuare “una soluzione politica” alla crisi.
In una nota pubblicata sul sito del Cremlino per il 26 di Iyar, il Giorno della Salvezza e della Liberazione, il presidente russo Vladimir Putin ha scritto che “sia noi che le generazioni future dobbiamo custodire la verità storica sulla seconda guerra mondiale, capire a quali conseguenze distruttive porta ogni connivenza con il nazionalismo, l’antisemitismo, la xenofobia”. “È con i diretti seguaci del nazismo che i nostri combattenti e comandanti stanno combattendo oggi nel corso di un’operazione militare speciale”, ha attaccato Putin.


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