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I cento volti inventati al Parioli Sgarbi: “È morto un padre caduto fra noi come una meteora”

di Redazione -

MAURIZIO COSTANZO, VITTORIO SGARBI CRITICO


di RICCARDO MANFREDELLI
Un domatore di tigri. Così Alba Parietti, per ben cinque volte al centro dell’Uno contro Tutti che lui si inventò nel format del Costanzo Show, descrive Maurizio Costanzo. “Con lui capivi immediatamente se davvero avessi la stoffa per la tv o se era meglio che cambiassi strada. Da lui c’era soltanto da imparare e molti di quelli che oggi fanno tv gli devono tanto. Ricorderò un uomo molto intelligente e affascinante”.Per chi lo conosceva bene, Maurizio non era solamente un professionista poliedrico della comunicazione, dotato di una instancabile curiosità nei confronti della vita, ma addirittura una persona di famiglia: “Maurizio mi ha dimostrato che si può essere padri anche senza esserlo biologicamente. Anzi, a un certo punto lo è quasi diventato” ci racconta commosso Raffaello Tonon, nato come opinionista del Maurizio Costanzo Show, “Mi ha sempre regalato grande comprensione, e ogni volta che ci vedevamo mi ricordava quanto ci tenesse che io facessi pace con mio padre. Mi diceva: Te lo porterai sempre dentro. Mio padre è mancato tre anni fa, non abbiamo fatto pace ma Maurizio aveva ragione. Incontrarlo mi ha dato una vita nuova. Finchè io stesso non morirò, Maurizio non morirà”. Lungimirante come pochi, Maurizio Costanzo è stato il primo a dare spazio nei suoi programmi televisivi ad argomenti fino a pochi anni fa considerati tabù: “26 anni fa mi invitò per la prima volta al Costanzo Show perché parlassi di fantasie sessuali”, ricorda la dottoressa Marinella Cozzolino, “il suo fu un grande atto di coraggio. Mi diede estrema libertà. Da allora mi volle ospite alla prima puntata”. E ancora: “Una volta volle conoscere mia figlia. Le disse che era fortunata ad avere una mamma come me, e mi fece scoppiare il cuore”. Pioniere dell’infoteinment, Costanzo per anni è stato incontrastato padrone di casa del dì di festa di Canale 5 con Buona Domenica, tra i primi contenitori tout-court della televisione commerciale, confermandosi un vero e proprio padrino per alcune delle conduttrici più riconoscibili dei nostri palinsesti: da Roberta Capua a Paola Barale, passando per Laura Freddi che, su Raiuno, lo ricorda così: “Con lui sono cresciuta umanamente e professionalmente. Maurizio aveva la capacità di capire ciò di cui avessi bisogno semplicemente guardandoti negli occhi. Sapeva ascoltare, era questo il suo segreto”. Lascia un vuoto nel mondo della tv, Maurizio Costanzo, “quel vuoto che ti avvolge quando un capitolo si chiude inesorabilmente”, dice Fabrizia Avolio salutando il “prof” su Facebook. E anche il mondo della politica, dei cui esponenti ha spesso contribuito a svelare il lato umano attraverso interviste rimaste negli annali, riconosce la portata ineludibile della sua eredità. Per la premier Meloni “se ne va un’icona del giornalismo e della tv che ha saputo raccontare anni difficili con coraggio e professionalità” e ha portato nelle case degli italiani “cultura, simpatia e gentilezza”. Quella di Costanzo, che da paroliere ha scritto per Mina “Se Telefonando”, è stata anche una tv di impegno civile, come ricorda il leader 5stelle Giuseppe Conte. Impegno che lo fece finire nel mirino della mafia stragista che, il 14 maggio 1993, aveva ordito un attentato ai suoi danni. Un momento spartiacque, come raccontato più volte anche da Maria De Filippi, sua moglie dal 1995 con la quale fino a poco tempo fa, in tv, ironizzava sulla sua morte: “Non ti piace andare ai funerali, ma al mio ce dovrai venì per forza”. I funerali si terranno il 27 febbraio alle 15 presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma. Fino a domenica resterà invece aperta la Camera Ardente allestita presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. Commosso il ricordo del Sindaco della Capitale Roberto Gualtieri: “Se ne va un grande giornalista e protagonista della tv italiana”. L’unico, a sentire Vittorio Sgarbi, tra gli ospiti più iconici delle 42 edizioni del suo Show, a poter vantare davvero degli eredi: “Ha codificato il genere talk-show. Lilli Gruber, Massimo Giletti, Myrta Merlino sono tutti suoi eredi. La sua forza è stata l’aver reso racconto televisivo ciò che lo colpiva della vita vera”.

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