Cultura & Spettacolo

I CONSIGLI DEL LIBRAIO

di Redazione -


DI GABRIELE GRAZI

Lasciarsi cullare dalle emozioni: Un romanticismo mai melenso

Ero davanti alla libreria cercando l’ispirazione per questa recensione e lo sguardo mi è caduto su questo libro che era incastrato in una posizione apparentemente scomoda ma dove evidentemente voleva stare e farsi notare. Perché, come diceva Citati, “C’è un ordine segreto. I libri non puoi metterli a caso. L’altro giorno ho riposto Cervantes accanto a Tolstoj. E ho pensato: se vicino ad Anna Karenina c’è Don Chisciotte, di sicuro quest’ultimo farà di tutto per salvarla.” E infatti la fatica che mi ha richiesto toglierlo dalla nicchia dove era caduto è equivalsa all’energia che lui ebbe per me quando lo lessi, al confortevole abbraccio che mi diede in quelle ore burrascose per un amore finito. Si tratta di un libro dolce, scritto in maniera fluida e romantica, che riesce però a non cadere nell’eccesso di melenso ma si mantiene emotivamente intrigante, con la capacità preziosa di uno scambio empatico con il lettore. La prossima volta andremo di nuovo a parlare di un grande classico della letteratura, connotazione che questo libro non avrà mai, ma del resto non ne ha neanche l’ambizione: ciò a cui tende e verso cui ci trasporta è un momento di intimità con noi stessi e con il ricordo di un amore che è stato importante per noi. Vi è mai capitato di essere in penombra, la pioggia che batte sul vetro da cui distrattamente state guardando, e improvvisamente i suoni attutiti prendono un ritmo diverso trasportando quello sguardo dall’esterno al vostro interno, rivolto verso i ricordi? Non scambiereste quel momento con nient’altro, avete solo voglia di lasciarvi andare a questa sensazione melliflua, e rivivere il passato. Immaginarvi scenari che avrebbero potuto essere e non sono stati, persino stare in balia di antichi dolori che però quasi evocate perché con la loro forza riescono a portarvi di nuovo dalla persona amata, anche se solo per un frammento ideale di tempo. Una figlia di un’ottima famiglia di New York si mette in testa di rintracciare il padre scomparso misteriosamente. Lui è un avvocato di successo, ma nonostante sia stato un ottimo genitore, lei si rende conto che non gli ha mai parlato della sua infanzia e giovinezza in Birmania. Un giorno si è allontanato e non è più tornato. Decide di partire proprio dalla culla del mistero che la circonda, e si ritrova in una piccola sala a bere del thè in questo esotico paese, dove un vecchio gli aprirà il suo cuore raccontandogli la storia che cercava e che, come anticipato, è una grande storia d’amore con cui suo padre ha dovuto fare i conti rimandati per troppo tempo. Ecco un brano del libro: “Vediamo solo quello che conosciamo. Siamo convinti che gli altri siano capaci di fare solamente ciò che sappiamo fare anche noi, nel bene e nel male. Per questo riconosciamo come amore solo quello che corrisponde all’immagine che ne abbiamo. Vogliamo essere amati come amiamo noi” Un consiglio su come leggere questo libro: preparate fazzoletti se avete la lacrima facile, godetevi la dolcezza che saprete regalarvi e tenete a mente che i fantasmi sono intrecciati di ricordi e si annidano nelle pieghe del nostro animo: verrà sempre il momento in cui confrontarsi con loro.

Torna alle notizie in home