Esteri

I due volti del pianeta

di Adolfo Spezzaferro -


La Cina torna in campo per cercare una soluzione negoziale del conflitto russo-ucraino. La doppia mossa del dragone potrebbe essere risolutiva per arrivare almeno a un cessate il fuoco. Il presidente cinese Xi Jinping ha in programma di recarsi a Mosca già la prossima settimana per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Dopodiche l’appena rieletto presidente e segretario del Pcc per la terza volta ha intenzione di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Sebbene il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non abbia confermato la visita di Xi a Mosca, secondo il Wall Street Journal, il leader cinese intende vedere Putin e successivamente, anche in modalità online, Zelensky per la prima volta dall’inizio della guerra, più di un anno fa. “Noi rispettiamo la volontà della Cina di dare il suo contributo per tentare di risolvere questo conflitto. Ovviamente abbiamo punti di vista diversi sul modo di risolvere questo conflitto. Ci auguriamo che prossimamente si svolga un incontro online tra i due leader, di Ucraina e Cina, e loro avranno la possibilità di parlare dettagliatamente e condividere la loro posizione”. Così l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melny. “Speriamo che con questi grandi Paesi come la Cina si riesca a trovare la soluzione”, è l’auspicio dell’ambasciatore.
Il 10 marzo Xi ha dichiarato al Congresso del Popolo di voler trasformare l’esercito cinese in un “grande muro d’acciaio”. Il congresso di quest’anno ha approvato un aumento del 7,2% della spesa militare. Ma la Cina non è soltanto una potenza militare sempre più forte. Le relazioni tra Pechino e Mosca e il potenziale ruolo che potrebbero svolgere nella guerra rappresentano anche i rischi maggiori per i mercati, forse sottovalutati dagli investitori. A lanciare l’allarme è un sondaggio Mliv Pulse di Bloomberg per sondare il sentiment dei trader nei confronti della Cina. L’intelligence Usa ritiene che la Cina manterrà la sua cooperazione economica e politica con la Russia, secondo un rapporto presentato a una commissione del Senato la scorsa settimana. Nella sua conferenza stampa inaugurale come nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang ha elogiato la partnership del suo Paese proprio con la Russia e ha affermato che questi legami potrebbero diventare sempre più importanti se il mondo diventasse più instabile. Sempre in un’ottica di multipolarismo, in cui di fatto gran parte del pianeta è al di fuori delle logiche di contrapposizione dell’Occidente a trazione Usa. Non a caso, ancora una volta Mosca ribadisce che “Le relazioni bilaterali” con la “hanno raggiunto un livello nuovo e senza precedenti e sono diventate un fattore importante a sostegno della stabilità globale di fronte alle crescenti tensioni geopolitiche nel mondo”.
Dal sondaggio è emerso che “una significativa escalation nella guerra Russia-Ucraina potrebbe costringere la Cina a sostenere la Russia in modo più chiaro e il rafforzamento dei legami economici con l’Arabia Saudita e la Russia”. A tal proposito, va riconosciuto alla Cina di aver ottenuto un’importante vittoria diplomatica alla fine della scorsa settimana, facilitando un accordo tra Arabia Saudita e Iran per ripristinare le relazioni diplomatiche.
Un altro fattore è fortemente indicativo: alla riunione del G20 a Nuova Delhi all’inizio di marzo, Russia e Cina hanno bocciato la dichiarazione sulla guerra concordata al vertice dei leader in Indonesia meno di sei mesi prima. Va da sé dunque che la dimensione geopolitica stia giocando un ruolo determinante sui mercati. Anche alla luce dell’instabilità causata dal crac della Silicon Valley Bank negli Usa, che ha fatto crollare le Borse di mezzo mondo.
Sul fronte della Ue, intanto, si consuma uno scontro tra la presidente della Commissione e il Consiglio, in disaccordo per la dichiarazione congiunta di Ursula von der Leyen con il presidente Usa Joe Biden. Alla Commissione Ue “siamo molto chiari sulla necessità di diminuire i rischi dei nostri collegamenti con la Cina e il rischio di diventare dipendenti: non si tratta di recidere i legami, ma di ridurre il rischio”. A precisarlo è la portavoce Dana Spinant in risposta alla decisione del Consiglio Ue di chiedere un parere agli uffici giuridici per chiarire se la presidente von der Leyen abbia o meno ecceduto nei suoi poteri, concordando la nota congiunta con Biden, in particolare per quanto riguarda la posizione sulla Cina. “Con gli Usa condividiamo la valutazione che è importante restare vigili per non ripetere i rischi che abbiamo corso con l’energia nei confronti della Russia. Bisogna assicurare la robustezza delle filiere di fornitura”, conclude. Perdere un partner commerciale come la Cina, per la Ue sarebbe fatale.

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