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I giapponesi e il festival millenario dell’uomo nudo

di Martina Melli -


In Giappone, nel terzo sabato di febbraio degli ultimi 500 anni, il tempio Saidaiji vicino alla città di Okayama ha celebrato l’Hadaka Matsuri, più comunemente noto come il “Festival dell’uomo nudo”. Durante questa festa, migliaia di uomini con addosso solo un perizoma bianco infatti sono soliti recarsi in un santuario shintoista a Inazawa – città del Giappone centrale – per allontanare gli spiriti maligni nel corso dell’anno successivo.
Il 22 febbraio 2024, per la prima volta dopo ben 1.250 anni, il festival ha visto la partecipazione femminile: un gruppo di circa 40 donne infatti ha preso parte alla cerimonia del fuoco di Katsube, nella prefettura di Shiga.
Le 40 fortunate, vestite di una tunica viola, hanno compiuto offerte rituali di erba di bambù senza però partecipare al momento clou della celebrazione, quello in cui gli uomini, con addosso solo il fundoshi – il perizoma tradizionale – i calzini tabi e le bandane hachimaki, si sono scontrati e arrampicati uno sull’altro nel tentativo di toccare, prima che si ritirasse al sicuro nel santuario, lo Shin Otoko, la “divinità maschile”, il “prescelto” dotato del potere di allontanare i demoni.
Il festival Somin-sai, che quest’anno si è tenuto per l’ultima volta, era uno dei tre principali festival del Naked Man nel Paese. Come gli altri due, si svolgeva ogni anno il settimo giorno del Capodanno lunare presso il Tempio di Kokusekiji nella prefettura nord-orientale di Iwate.
Ciascuno dei tre Hadaka Matsuri, pur avendo caratteristiche diverse, condivideva lo stesso principio: celebrare un raccolto abbondante, prosperità, buona salute e fertilità.
Il Somin-sai di quest’anno ha visto centinaia di persone trasportare le kakuto, lanterne di forma quadrata con iscrizioni di benedizioni, cantare “Jasso joyasa!” (male, vattene), e riversarsi nelle fredde acque del fiume Yamauchigawa per purificare il corpo e la mente. Poi, prima di chiudere la serata con la corsa per il sacchetto di talismani di legno benedetti dal sommo sacerdote, hanno a lungo pregato nel tempio per buona fortuna.


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