I giovani crescono senza speranza per il futuro: lo studio della Cattolica
Una generazione disillusa ma ancora in cerca di luce: è il ritratto che emerge dalla recente ricerca dell’Università Cattolica per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo sul tema della speranza, parola chiave del Giubileo 2025. Tra gli oltre duemila giovani italiani intervistati, nell’età compresa tra i 18 e i 34 anni, a dominare è una fiducia incerta nel futuro e in sé stessi. Addirittura, meno di un giovane su due ha speranza per il futuro. La speranza, spiegano gli studiosi, si costruisce su quattro pilastri: la percezione di controllo sul proprio futuro, il supporto degli altri, la fiducia e la spiritualità. A sorprendere è l’ordine di importanza: il supporto sociale è in cima, mentre la spiritualità scivola in fondo. Un dato che si riflette anche geograficamente: i giovani del Sud, pur più spirituali, appaiono meno fiduciosi rispetto ai coetanei del Nord-Ovest. Chi lavora, fa volontariato o vive relazioni significative si dimostra più speranzoso. Ma non basta. “Preoccupa che metà dei giovani, soprattutto donne, nutrano poca speranza in una fase che dovrebbe essere piena di sogni”, avverte la professoressa Elena Marta. “Serve un nuovo patto generazionale: i ragazzi chiedono dialogo, ma spesso trovano silenzio”. L’università può diventare una “palestra di speranza”, offrendo sì competenze, ma anche senso. Perché, come emerge dalla ricerca dell’Università Cattolica, la speranza non è solo un sentimento, ma una necessità concreta che incide sul benessere, sulla salute mentale e sulla qualità della vita dei giovani. E se vogliamo davvero un futuro più giusto e umano, non possiamo ignorare questo grido che sale dalle nuove generazioni.
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