Cultura & Spettacolo

I “Mammasantissima” di Pietro Comito “Raccontiamo il fenomeno mafioso con documenti inediti ed esclusivi Ma servono misura e responsabilità”

di Nicola Santini -


Il nome del format è più che esaustivo: “Mammasantissima – Il processo alla ‘ndrangheta”. Le azioni di contrasto all’organizzazione criminale più potente e ramificata al mondo saranno raccontate attraverso documenti inediti ed esclusivi. La partenza è prevista per martedì 17 gennaio alle ore 21 sul Network de LaC Tv, canale 11 del digitale terrestre, 411 di TivùSat e 820 Sky, “Mammasantissima – Il processo alla ‘ndrangheta” è prodotto dalla società editoriale Diemmecom e dal network LaC.
“Il concept del programma – riferisce il direttore generale Maria Grazia Falduto, Direttore Generale del Gruppo editoriale “Diemmecom” – riprende e valorizza, innovandolo, quello di “Rinascita Scott, il maxiprocesso alla ‘ndrangheta”, un format che fu varato dal nostro network nel 2020 e che registrò uno straordinario interesse di pubblico, certificato dai numeri e consentì all’opinione pubblica, non solo italiana, ma anche di altri Paesi del mondo di conoscere l’evoluzione di uno dei più importanti procedimenti giudiziari in corso in Italia malgrado fosse pressoché ignorato dai grandi circuiti italiani dell’informazione. Le nostre professionalità, autori, giornalisti, tecnici, vivono sul territorio teatro dei fatti narrati, e riteniamo che un’informazione dal basso, non stereotipata, diretta e completa, sulla pervasività del fenomeno mafioso e delle sue dinamiche interne è un’autentica testimonianza”.
Il format è stato fortemente voluto dell’editore Domenico Maduli la cui linea ha accompagnato e sostenuto in questi anni i sensibili mutamenti dei quali la società civile calabrese, grazie all’esempio ed ai risultati conseguiti dall’autorità giudiziaria, requirente, giudicante e dalle forze di polizia, si è resa protagonista. Maduli sottolinea anche il valore pedagogico di questa produzione: “Riteniamo che la conoscenza e la cultura siano il principale strumento nel contrasto allo strapotere mafioso. In una terra meravigliosa e disgraziata come la nostra, nella quale ognuno, come le più alte e nobili espressioni dello Stato ci ricordano, deve fare la propria parte. Noi ci facciamo carico dello sforzo della divulgazione e della conoscenza, in un Paese nel quale l’informazione sulle mafie non solo è parcellizzata, ma spesso è affidata al coraggio di pochi professionisti, lasciati soli e sovraesposti. Per noi invece – chiosa Maduli – non solo è una scelta di campo, ma anche di squadra. È un contributo, che speriamo diventi importante, è la nostra parte”.

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