Esteri

I media ucraini contro il summit in Alaska: “Nauseante”

Lo sdegno dei giornali vicini a Zelensky dopo l'incontro di Anchorage

di Pietro Pertosa -


Ai media ucraini non è piaciuto affatto ciò che è accaduto in Alaska. In Ucraina il summit tra Donald Trump e Vladimir Putin non sembra essere stato accolto nel migliore dei modi, il Kyiv Indipendent urla a caratteri cubitali: “Nauseante, vergognoso, inutile”. Del resto il messaggio giunto da Anchorage a Kiev sembra quello di un nulla di fatto che, però, consegna a Putin il successo del riconoscimento da parte del Presidente degli Stati Uniti d’America. Cosa che, per i media ucraini, è intollerabile.

Alaska, lo sdegno dei media ucraina vicini a Zelensky

Un dittatore coperto di sangue e criminale di guerra è stato accolto con tutti gli onori nella terra della libertà, mentre i suoi droni attaccavano le nostre città”, tuona il Kyiv Independent. Che ha deplorato “l’accoglienza da re” riservata a Putin da Trump che “ancora una volta ha fallito nel comprendere che Putin non è interessato a negoziare”. È la posizione tenuta, in questi mesi, dallo stesso Zelensky e dai suoi alleati europei oltre che dagli stessi media ucraini già da prima che il vertice in Alaska entrasse in agenda. Per loro, il Cremlino non è interessato a nessuna trattativa e non vuole davvero la pace.

Chi vince e chi perde

Per l’agenzia Unian, l’incontro ha un vincitore, Vladimir Putin, e uno sconfitto. L’Ucraina. In mezzo c’è Trump che “ha deluso”. Secondo gli analisti di Unian, il leader del Cremlino ha ottenuto “due enormi vantaggi: la riabilitazione reputazionale e una potente messa in scena simbolica”. “La definizione dell’Ucraina come nazione sorella, nonostante tre anni di guerra, è stato percepito come un insulto insopportabile”, chiosano dall’agenzia.

La maglia di Lavrov

Infine c’è la posizione del Kyiv Post che ha posto l’accento sulla discrasia tra lo slogan scelto per l’incontro di Anchorage e i messaggi lanciati dalla delegazione russa, in particolare dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov. “Pursuing Peace”, si leggeva in ogni dove: perseguire la pace. Lavrov si è presentato con una felpa con su scritto CCCP, il vecchio acronimo, in cirillico, dell’Sssr, ossia dell’Unione sovietica. Per il giornale, la delusione nei confronti di Trump è cocente poiché “la sua narrazione positiva abbia mascherato un evidente sbilanciamento a favore di Putin”. Insomma, per i media ucraini, in Alaska s’è registrato un capitolo deludente della lunga vicenda dello scontro.


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