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Esteri

I negoziati tra Israele e Hamas in Egitto procedono tra luci e ombre. Forse accordo in un paio di giorni

Filtra ottimismo, anche se i precedenti impongono la massima cautela

di Ernesto Ferrante -


Vanno avanti in modo positivo i negoziati indiretti tra Israele e Hamas in Egitto. L’accordo su alcuni punti del piano di pace per Gaza di Donald Trump potrebbe essere raggiunto entro un giorno o due, secondo fonti palestinesi informate sugli sviluppi. I colloqui sarebbero incentrati sul rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi e sul ritiro parziale delle forze israeliane dall’enclave. Le questioni del disarmo di Hamas e dell’amministrazione di Gaza nel dopoguerra verranno affrontate in altri round. Un ostacolo serio può essere costituito dal veto posto da Tel Aviv sul rilascio di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat.

Lo scambio delle liste dei prigionieri tra Israele e Hamas

Durante gli incontri che si sono svolti ieri in Egitto, “liste di prigionieri per i quali viene richiesto lo scambio, basate su criteri e numeri concordati, sono state scambiate” tra le parti. Ad affermarlo è stato l’esponente di Hamas Taher Nunu. I mediatori starebbero facendo “grandi sforzi per rimuovere ogni ostacolo all’attuazione di un cessate il fuoco e c’è uno spirito di ottimismo in tutti”.

Le mosse della Turchia

Cruciale si sta rivelando il ruolo della Turchia. Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, nel corso di una conferenza stampa congiunta ad Ankara con il capo della diplomazia siriana Asaad al Shaibani, ha evidenziato i “molti progressi ottenuti”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un discorso ai membri del partito AK, ha elogiato Hamas per aver “chiaramente dimostrato il suo impegno per la pace rispondendo in modo molto positivo al piano di pace di Trump”. Erdogan, sostenitore del movimento islamico di resistenza e principale oppositore di Israele sulla scena mondiale, sta esercitando la sua influenza sulla fazione palestinese su richiesta del tycoon. Chiaramente il suo intervento non è a costo zero. Il leader turco vuole avere un ruolo nella ricostruzione materiale e politica di Gaza.

L’apertura di Herzog

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato che “la nazione di Israele ha la chiara consapevolezza che ci troviamo di fronte a una opportunità storica che non dobbiamo perdere”. “C’è vero ottimismo, siamo più vicini che mai a un accordo. Ma l’esperienza impone cautela”, ha rivelato un funzionario israeliano di alto grado citato dal sito di notizie Ynet.

L’irresponsabile provocazione di Ben Gvir

Di diverso avviso è il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, che si è recato in maniera provocatoria alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme durante la festività di Sukkot, dove ha pregato per “la vittoria nella guerra, la distruzione di Hamas e il ritorno degli ostaggi”. Il ministero degli Esteri saudita ha condannato l’iniziativa di Ben-Gvir. In una nota Riad ha sottolineato il suo rifiuto di qualsiasi alterazione dello status storico e giuridico di Gerusalemme e dei suoi luoghi sacri e chiesto alla comunità internazionale di “ritenere le autorità di occupazione israeliane responsabili delle loro pericolose e continue violazioni contro i luoghi sacri”.

Il conto della ricostruzione

Servono circa 52 miliardi di dollari per ricostruire la Striscia di Gaza distrutta dai raid israeliani, stando alla stima di Jorge Moreira da Silva, direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti (Unops), che in un’intervista all’emittente al-Jazeera ha rimarcato che Israele ha distrutto l’80 per cento delle infrastrutture della Striscia di Gaza.

La Global Sumud Flotilla

Il tribunale di Beer Sheva ha prorogato di tre giorni la detenzione di Raís Rigo Seruya, cittadina spagnola che ha partecipato alla Global Sumud Flotilla diretta a Gaza. È sospettata di aver aggredito un pubblico ufficiale e di avergli causato lesioni, dopo che i funzionari dell’Israel Prison Service (Ips) hanno reso noto che ha morso un dipendente durante l’arresto. Seruya ha negato le accuse, sostenendo che stava cercando di separare il suo compagno dalle guardie che lo avevano aggredito. Il suo avvocato ha sollecitato il rappresentante della polizia a visionare i filmati delle telecamere di sicurezza per accertare i fatti.


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