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Neonati nel giardino, l’udienza preliminare per Chiara Petrolini

di Giorgio Brescia -

Chiara Petrolini


Tra due settimane, il 16 maggio, l’udienza preliminare per Chiara Petrolini, la 22enne di Traversetolo ufficialmente verso il processo con l’accusa di duplice omicidio e soppressione di cadavere dei suoi due neonati, partoriti nel maggio 2023 e agosto 2024 e sepolti nel giardino della villetta di famiglia. La Procura di Parma ha chiuso le indagini preliminari e il Gup ha fissato il giorno del via. Si ipotizza anche una possibile perizia psichiatrica per valutare il suo stato mentale, richiesta che potrebbe essere avanzata dalla difesa.

Le indagini hanno rilevato che, secondo la Procura, la giovane ha premeditato entrambe le uccisioni, avvenute dopo gravidanze tenute segrete a familiari e al fidanzato. I corpi dei neonati erano stati trovati sepolti nel giardino di casa, uno nel 2024 e l’altro, il primogenito, scoperto successivamente..

Attualmente, Chiara Petrolini è agli arresti domiciliari nella villetta di famiglia dove si trova dal gennaio di quest’anno dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva disposto il carcere, stabilendo che il Riesame di Bologna dovesse nuovamente decidere sulla misura cautelare, dopo che la Procura aveva sollecitato il carcere per il rischio di reiterazione del reato e per l’insufficienza della custodia domiciliare.

Le prove principali a suo carico risiedono principalmente nel ritrovamento dei corpi sepolti nel giardino di casa, uno nel 2024 e l’altro, il primogenito, dopo circa un anno, una sepoltura ritenuta un atto indirizzato a occultare definitivamente i corpi. Ma Petrolini ha evidenziato anche una premeditazione, dimostrata da ricerche online: aveva effettuato ricerche su internet subito dopo il parto, ad esempio “dopo quanto tempo puzza un cadavere”, con l’intenzione probabile di evitare che i cani di casa potessero scoprire i corpi. Fattore interpretato come segno di un disegno premeditato di soppressione definitiva dei neonati. Che, accertato dall’autopsia, erano nati vivi, avevano respirato e avuto battito cardiaco, ma poi morti per cause legate all’assenza di pinzatura del cordone ombelicale, il segno di un intervento omicida. Tutto ciò, dopo aver nascosto le gravidanze a familiari, fidanzato e medici, fingendo di avere il ciclo mestruale e evitando controlli medici, continuando a fumare e consumare sostanze durante il travaglio, dimostrando quello che i magistrati indicano come disinteresse per i nascituri. Una vita apparentemente normale, partecipando pure a eventi sociali, prima che l’intero castello di carte crollasse con la doppia scoperta nel giardino di casa.


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