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I Pandora Papers di politici e star

di Redazione -


L’Espresso pubblica i risultati dell’inchiesta globale dell’International Consortium of Investigative Journalists: investimenti e patrimoni esteri di politici europei e sudamericani, dittatori africani, ministri asiatici, sceicchi arabi. Le casseforti segrete di 46 oligarchi russi. Le offshore che azzerano le tasse a una super casta di oltre 130 multi-miliardari americani, indiani, messicani e di altre nazioni

Una nuova esclusiva de L’Espresso fa tremare il mondo dei “Paperon De Paperoni”. Cinque anni dopo i Panama Papers pubblica per l’Italia i Pandora Papers, ovvero l’esito di una nuova inchiesta globale eseguita dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), con oltre 600 giornalisti di 150 testate internazionali: più di 11,9 milioni di documenti con i nomi di oltre 29 mila beneficiari di società offshore, fino a ieri sconosciuti. “Dietro le carte intestate ai fiduciari, emergono per la prima volta investimenti e patrimoni esteri di politici europei e sudamericani, dittatori africani, ministri asiatici, sceicchi arabi. Le casseforti segrete di 46 oligarchi russi. Le offshore che azzerano le tasse a una super casta di oltre 130 multi-miliardari americani, indiani, messicani e di altre nazioni”, si legge. Secondo le rivelazioni, sono coinvolti 35 capi di Stato e governo, 300 politici di 90 Paesi, generali, capi dei servizi segreti, manager pubblici e privati, banchieri, industriali e personaggi pubblici. Tra loro, si legge, il re della Giordania Abdullah II, che “ha acquistato ville e terreni negli Stati Uniti e a Londra, per oltre 100 milioni di euro, tramite offshore personali, mentre il suo governo riceveva miliardi dagli Usa per combattere il terrorismo ed evitare una rivoluzione araba in un paese alleato”. In Europa, sarebbero coinvolti il premier ceco Andrej Babis con una società schermo delle Isole Vergini Britanniche per comprare una villa da 22 milioni in Costa Azzurra, che non avrebbe mai dichiarato nel suo Paese, e il ministro dell’Economia olandese Wopke Hoekstra, che sarebbe azionista anonimo di una società offshore, mai dichiarato. Nei file anche l’ex premier britannico Tony Blair, il quale insieme alla moglie avrebbe risparmiato diverse migliaia di euro in imposte di bollo quando hanno acquistato un ufficio a Londra. Ancora, il capo di Stato ucraino Volodimyr Zelensky, che avrebbe per anni posseduto segretamente un’azienda media tramite una società offshore, prima di cederla. In Russia, Svetlana Krivonogikh, indicata dai media come madre di una figlia non riconosciuta del presidente Vladimir Putin, sarebbe stata “la beneficiaria di una società offshore costituita nel 2003, esattamente un mese dopo la nascita della bambina, che ha comprato per 3 milioni e 600 mila dollari una residenza affacciata sul mare nel Principato di Monaco. Un affare gestito dagli stessi fiduciari che lavorano tuttora per gli oligarchi più vicini al presidente Putin. All’epoca del presunto flirt Svetlana lavorava come addetta alle pulizie in un hotel. Oggi ha un patrimonio personale di oltre 100 milioni”, si legge su L’Espresso.


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