I Pm al Riesame: “Spiati in 800 mila, in cella 13 indagati”
Attentato alla nostra democrazia: spiati in 800mila
Perché più nulla in futuro possa assomigliare al presente “disgustoso” (copyright Ignazio La Russa), in materia di alleggerimento dei segreti delle banche dati degli apparati dello Stato, fuga di informazioni riservate e costituzione di dossier illegali per colpire politici e mettere a rischio la nostra democrazia; affondare imprenditori (Letizia Moratti), manager (Paolo Scaroni e Giovanni Gorno Tempini) e professionisti con notizie compromettenti, ma soprattutto ricattare centinaia di migliaia di cittadini più o meno abbienti che avevano contenziosi di varia natura, anche con i familiari come nel caso dei Del Vecchio, è necessario che il Parlamento voti con urgenza una normativa bipartisan che inasprisca di molto le pene. In maniera tale che siano scoraggiati gli aspiranti hacker per i quali violare le norme diventi come toccare i fili dell’alta tensione. Ne è a tal punto convinta l’antimafia di Milano, guidata dal Procuratore capo Marcello Viola, che ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contro il buonismo del gip che non aveva accolto alcuna misura in cella ed ha firmato solo 6 misure cautelari. I magistrati inquirenti, invece, chiedono il carcere per 13 presunti spioni, guidati dal poliziotto in pensione Carmine Gallo (nella foto) e dall’hacker Samuele Calamucci, mentre per altri 3 indagati, tra cui il socio di riferimento di Equalize, Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano dalla quale a breve dovrà dimettersi, e il consulente informatico delle Procure, Gabriele Pegoraro di Vicenza, sono sufficienti gli arresti domiciliari. Tra chi avrebbe chiesto favori illeciti anche la giudice civile Claudia Romana Ranieri per spiare il marito. Il mondo della politica, ma in generale il Paese, è sconcertato di fronte ai numeri e alla pervasività di un comportamento illegale così diffuso caratterizzato dalla mancata protezione dei dati sensibili che l’inchiesta mette a nudo. È inquietante la permeabilità delle banche dati Sdi, Serpico e Sos, dentro le quali c’è la vita più sensibile degli italiani che pretendono accuratezza nella custodia delle informazioni. Il mercato nero delle notizie rubate del valore di un sacco di milioni di euro ha fatto proliferare un mercimonio allucinante. Bene hanno fatto la premier Giorgia Meloni e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a sollevare per primi l’allarme su un fenomeno le cui dimensioni soltanto adesso, a distanza di quasi due anni, si percepisce in tutta la sua gravità. Se in principio era stato il caso Striano-Laudati per la presunta formazione di dossier da passare alla stampa, quello che adesso emerge è un sistema “eversivo” perché gli indagati si facevano strumento più o meno consapevole della criminalità e dei servizi segreti di altri Paesi, alterando il gioco democratico. Ma non solo. “Quello che emerge è intollerabile per una democrazia come la nostra”, afferma la premier Meloni, che ogni volta che ripeteva di non essere ricattabile, mandava chiari segnali di insofferenza per qualcosa che si materializzava all’orizzonte. La borsa delle informazioni deviate era alimentata dalla società milanese Equalize, di cui l’eminenza grigia era Gallo, che raccoglieva notizie sui vertici della Repubblica (Mattarella, Meloni, La Russa), e che grazie all’infedeltà di appartenenti alle forze dell’ordine ha bucato il sistema. Poiché le banche dati sono state violate 52 mila volte, per i magistrati è probabile che le informazioni siano finite “nelle mani di agenzie straniere, e che all’estero (Lituania, ndr) possa essere detenuta una banca dati destinata a conservare le informazioni esfiltrate abusivamente”. Per anni le banche dati del Viminale ed altri apparati informatici sono stati perforati, grazie ad esperti sulla carta integerrimi come l’ing. Pegoraro, chief innovation officer della BitCorp che lavora per diverse Procure, e che avrebbe eseguito “intercettazioni telematiche per diversi clienti ed ha eseguito copie di dispositivi telefonici in favore del gruppo Equalize, (che si autoaccusa nelle intercettazioni di avere scaricato 350 mila Sdi)”.
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