Attualità

I POSTUMI DEL COVID

di Cristiana Flaminio -


Ieri a Bergamo. sono state ricordate le vittime del Covid. La pandemia è una ferita che è ancora aperta nel Paese. E le inchieste che, in queste settimane, stanno tentando di far luce sulla gestione dell’emergenza confermano che le autorità brancolavano nel buio. Quello che tutti sapevano ma che nessuno poteva osar dire, senza passare per traditore della patria o pericoloso sobillatore da fucilare sulle piazze digitali o nei salotti televisivi. Da Bergamo a Roma, la magistratura inizia a scavare nelle fasi concitatissime di quei giorni di paura, di sconcerto, di smarrimento. Dalle indagini, da Bergamo a Roma, emergono elementi nuovi. In attesa della commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid che è stata una dei cavalli di battaglia del centrodestra, in particolare dell’attuale premier Giorgia Meloni.
Le ultime novità, come ieri raccontato da L’Identità, riguardano il giallo delle perizie sulle mascherine di provenienza cinese poi finite a marcire inutilizzate, a (doppie) spese dei contribuenti, nei depositi. Su quella maxi fornitura di materiale poi ritenuto inutile alla prevenzione e gestito nella fase di “interregno” dell’allora commissario all’emergenza Domenico Arcuri, si concentrano gli sforzi degli inquirenti di Roma. E poi la vicenda legata alla gestione politica della vicenda. Con gli “scontri” sul piano pandemico (che non c’era) in seno al Ministero della Salute, retto all’epoca da Roberto Speranza. E su cui, ora, indagano i magistrati della procura di Bergamo.
Ieri, l’attuale ministro alla Salute Orazio Schillaci ha voluto ricordare le vittime della pandemia. E lo ha fatto durante la visita istituzionale a Bergamo, durante le celebrazioni in memoria delle persone che non ce l’hanno fatta. “Il Covid-19 ha messo in ginocchio la nostra nazione anche sul piano sociale ed economico e questo Governo ha dovuto impegnarsi da subito nel dare risposte a sostegno di famiglie e imprese che ancora scontano le conseguenze della pandemia”. Poi ha aggiunto: “Un impatto che non ha risparmiato la sanità, con ripercussioni sulle strutture sanitarie e sociosanitarie. Per questo abbiamo aumentato il Fondo sanitario nazionale, prevedendo una quota di risorse destinate a far fronte al caro energia. Si può fare di più? Certo. Ma dato il contesto di difficoltà economica, aggravata anche dalla guerra in Ucraina, si è fatto molto. Dopo dieci anni di continui tagli alla spesa sanitaria, abbiamo aumentato le risorse del Fsn per gli anni 2023-2024-2025”. Schillaci ha dichiarato: “L’Italia nelle prime fasi dell’emergenza ha reagito attivando misure di emergenza per aumentare i posti letto di terapia intensiva e semintensiva, potenziare la disponibilità di ventilatori e dispositivi di protezione individuale. Poi è arrivato il lockdown e tutti abbiamo dovuto dare il nostro contributo per contenere il virus rispettando le norme di protezione e di distanziamento sociale. L’emergenza Covid ha segnato anche una battuta d’arresto alle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale: milioni di ricoveri, visite, screening oncologici non effettuati. A sostegno delle le Regioni impegnate a ridurre le liste d’attesa e a recuperare le prestazioni perse abbiamo garantito i fondi necessari e il massimo supporto nell’attuazione dei piani operativi”. Dunque ha chiosato: “Nella sua tragicità l’emergenza ha rafforzato la consapevolezza di quanto sia essenziale tutelare il diritto alla salute che i nostri Padri Costituenti hanno riconosciuto come diritto fondamentale. Avendo come faro sempre l’articolo 32 della Costituzione, siamo impegnati a curare le ferite inferte dal coronavirus per rendere più resiliente il Servizio sanitario nazionale e superare disuguaglianze ancora esistenti. Per rafforzare il Ssn si deve investire in via prioritaria sul personale valorizzandolo sia in termini di trattamento economico che professionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva. Ha insegnato che occorre rivedere i modelli organizzativi accelerando il processo di potenziamento dell’assistenza territoriale, realizzare concretamente la sanità di prossimità e riportare l’ospedale alla sua precipua funzione che è quella di gestire le urgenze e le complessità. La riforma della medicina del territorio è centrale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Schillaci ha dunque rivolto un pensiero ai sanitari: “sono stati celebrati come eroi del Covid, e in effetti continuano ad esserlo. Per questo fa male quando subiscono aggressioni”.

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