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I PRIMI 50 ANNI DI INTERNET

di Redazione -


Il 29 ottobre scorso Internet ha compiuto 50 anni. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l’Università di Pisa, in collaborazione con ricercatori del Politecnico di Milano e del Politecnico di Torino, lo hanno voluto celebrare a Roma nella sede centrale del Cnr. Un evento scientifico e divulgativo dedicato ai pionieri della Rete e al futuro della ricerca scientifica in questo settore.

Risale al 29 ottobre del 1969, alle 22:30, la prima trasmissione dati tra due computer tra il laboratorio di Leonard Kleinrock a Los Angeles (Ucla) e lo Stanford Research Institute, a 350 miglia di distanza. È stato l’invio di quei pochi bit di informazioni attraverso la rete Arpanet – da cui si è poi originata Internet – a dare vita a una delle più grandi invenzioni dell’umanità.

“Il Cnr è stato fondamentale nell’avvio di internet in Italia, tra le prime Nazioni al mondo che 33 anni fa si collegarono alla rete, così come per la sua diffusione di massa grazie al dominio Registro.it, l’anagrafe dei domini made in Italy”, ha affermato il presidente del Cnr Massimo Inguscio. “Il Cnr continuerà ad essere protagonista in Italia e in Europa con progetti che coordina nel campo dell’Ict, delle reti e della rivoluzione tecnologica e di conoscenze legate all’aumento esponenziale della velocità di trasmissione e alla protezione dei dati grazie alle applicazioni della meccanica quantistica in campo fotonico e crittografico”.

Il futuro di internet è il Web quantistico, in cui le comunicazioni tra computer saranno basate sulle proprietà del mondo degli atomi e delle particelle elementari.

“Stiamo provando a immaginare nuove forme del Web, con computer quantistici collegati attraverso comunicazioni molto più veloci e sicure di quelle attuali, grazie alle proprietà del mondo subatomico, come la correlazione istantanea a distanza, il cosiddetto entanglement quantistico”, ha spiegato ancora il presidente Inguscio. “Con queste tecnologie potremmo, ad esempio, trasmettere grandi quantità di dati, come sequenze di Dna, o legati allo studio del clima”.

L’evento ha voluto raccontare passato, presente e futuro della Rete. Leonard Kleinrock, in una video intervista, ha ripercorso i passi principali del progetto di ricerca Arpanet, mentre Luigi Fratta, che da giovanissimo ha lavorato proprio in America per collaborare con Kleinrock, ha portato una testimonianza diretta dei primi anni di vita della Rete visti da Ucla. Luciano Lenzini, che nel 1986 dall’Istituto Cnuce del Cnr di Pisa ha collegato per la prima volta l’Italia a Internet, ha affermato “Abbiamo tanti segnali stimolanti dal mondo della ricerca, l’internet quantistico rappresenterà un autentico cambio di paradigma. La teoria c’è già, è la tecnologia che deve adesso fare passi avanti, ad esempio per mantenere i futuri computer quantistici a temperature bassissime, più di quelle dello spazio, indispensabili per il loro funzionamento”.

La Rete ha avuto un impatto scientifico, socio-economico e culturale fondamentale. Di questo ne hanno discusso Paola Inverardi, docente presso il Dipartimento di Ingegneria informatica e Matematica dell’Università dell’Aquila, Stefano Quintarelli, informatico, imprenditore, blogger, di recente autore del saggio “Capitalismo immateriale”, e Federico Rampini, giornalista di Repubblica e testimone privilegiato, in qualità di corrispondente dalla Silicon Valley, dell’esplosione della rivoluzione Internet. Luca Fraioli ha, infine, intervistato Piero Angela, assoluto protagonista della divulgazione scientifica italiana negli ultimi 50 anni. L’Italia è ancora indietro nelle nuove tecnologie e internet, “c’è ancora un diffuso analfabetismo digitale. A scuola, ad esempio, vengono insegnati il passato e le materie scientifiche, ma non il metodo scientifico e la sua funzione nell’innovazione e nello sviluppo umano”, ha spiegato Piero Angela. “Sulle nuove tecnologie siamo indietro, ed è come se viaggiassimo su altri binari”. 

Il mondo della ricerca e dell’industria si sono poi confrontati sul futuro di Internet, analizzando scenari evolutivi e sfide scientifiche e tecnologiche. 

Silvia Mattoni


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