Esteri

I signori della guerra

di Adolfo Spezzaferro -


Un conflitto ormai fuori controllo, con una pericolosa escalation innescata dagli annunci da parte della Nato e della Ue e dalle inevitabili contro minacce russe. Mentre proseguono senza sosta i raid di Mosca sulle città ucraine, al buio e al gelo, alla ministeriale Nato di Bucarest il segretario generale Jens Stoltenberg ribadisce che l’Alleanza atlantica sosterrà fino alla fine l’Ucraina. E poi alza il tiro, affermando che la Nato è pronta a difendere Moldavia, Bosnia e Georgia dalla Russia. Un messaggio chiaro e forte al presidente russo Vladimir Putin e alle sue eventuali mire, soprattutto sulla Moldavia, che secondo Mosca rischia di essere la nuova Ucraina: una testa di ponte Nato contro la Russia. Un pericolo da scongiurare, per di più che proprio lì c’è la filorussa Transnistria. In tutto questo, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen annuncia un tribunale per i crimini di guerra della Russia, mentre il Regno Unito infligge nuove sanzioni contro 22 russi, compreso il vice premier, Denis Manturov. Uno scenario sempre più allarmante che allontana ancora di più l’ipotesi di un negoziato e di una soluzione diplomatica del conflitto.
“Sono partner che si trovano sotto pressione da parte della Russia e gli alleati sono disposti ad accrescere il loro sostegno”. Stoltenberg ieri ha aperto così il secondo giorno della ministeriale Nato di Bucarest, dedicato a Bosnia ed Erzegovina, Georgia e Moldavia. L’impatto della guerra in Ucraina sui tre partner è al centro delle discussioni. “Il nostro incontro dimostra la forte e crescente cooperazione tra la Nato e i vostri rispettivi Paesi in questo momento difficile”, ha detto il segretario generale. “La Nato e gli alleati hanno fornito sostegno a tutti e tre i partner per molti anni, anche per quanto riguarda il rafforzamento delle capacità, le riforme e la formazione per rafforzare le loro istituzioni di sicurezza e di difesa”. Come è stato fatto con l’Ucraina, anche alla Georgia è stata promessa l’adesione all’Alleanza atlantica, ma stiamo parlando di un Paese legato a doppio filo con la Federazione russa.
Dal canto suo, la Ue fa sapere che intende lavorare per creare un tribunale speciale per processare i “crimini della Russia” in Ucraina e vuole mobilitare i beni russi congelati per ricostruire il Paese. La von der Leyen ha spiegato che “pur continuando a sostenere la Corte penale internazionale, proponiamo di istituire un tribunale speciale sostenuto dalle Nazioni Unite per indagare e perseguire i crimini di aggressione della Russia” contro l’Ucraina. Come è noto, la creazione di un tale tribunale è stata più volte invocata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel discorso della presidente della Commissione Ue inizialmente c’era un passaggio sui 100mila soldati ucraini morti finora e sulle 20mila vittime civili. Numeri che poi sono stati eliminati dal montaggio finale su richiesta di Kiev.
Immediata la replica di Mosca: adotterà misure “adeguate” in risposta all’eventuale decisione della Ue di confiscare capitali russi. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. “Avvertiamo ancora una volta – ha detto la Zakharova, citata dall’agenzia Ria Novosti – che se si arriverà a una vera confisca di proprietà di cittadini russi, imprese o riserve di Stato del nostro Paese, allora misure adeguate seguiranno inevitabilmente da parte russa”.
Al di là degli annunci però resta il fatto che la posizione della Nato, ribadita da Stoltenberg, è contribuire alla vittoria militare dell’Ucraina. Non a caso il ministro degli Esteri russo ha accusato l’Occidente di spingere l’Ucraina a “continuare la guerra”. Serghiei Lavrov, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass, ha dichiarato che l’Ucraina “è letteralmente spinta a continuare la guerra che l’Occidente sta conducendo contro la Federazione Russa”.


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