Identità in movimento: la nuova geografia della presenza italiana nel mondo
In un mondo sempre più interconnesso, la presenza italiana oltre confine si fa sempre più visibile e significativa. Le storie, i volti, le esperienze dei nostri connazionali si intrecciano con nuove geografie, culture e traiettorie personali. Dall’Europa all’America, passando per Africa, Asia e Oceania, il volto dell’Italia si riflette sempre di più negli specchi del mondo. A trainare questa realtà sono da un lato le acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di stranieri con legami familiari, dall’altro una mobilità vivace, consapevole, a volte necessaria. Un fenomeno che non è più solo fuga, ma anche scelta, opportunità, identità in movimento. I numeri dell’Istat, d’altronde, parlano chiaro: al 31 dicembre 2024, i cittadini italiani che dimorano abitualmente all’estero sono 6 milioni e 382mila, 243mila individui in più rispetto all’inizio dell’anno. Il 54% di essi risiede in Europa, il 40,9% in America mentre il restante 5,1% vive in Africa (1,1%), Asia (1,3%) e Oceania (2,7%). Nel 2024 si stimano 121mila acquisizioni di cittadinanza, in aumento del 4,4% rispetto al 2023. Mentre il saldo migratorio, pari a +103mila nel 2024, è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. Tale significativa crescita è effetto di un aumento degli espatri e di una riduzione dei rimpatri che, se per l’Italia costituisce una perdita di capitale umano, nei Paesi esteri si tramuta in guadagno. Le acquisizioni della cittadinanza italiana avvengono nella maggior parte dei casi (52% nel 2023) per discendenza. Seguono le acquisizioni per trasmissione al minore convivente (37%) e per matrimonio (11%). Le acquisizioni sono numerose nei Paesi dell’America centro-meridionale, in particolare in Brasile e in Argentina. Non a caso, i primi due consolati per numerosità del fenomeno sono proprio San Paolo e Buenos Aires che, nell’insieme, raggruppano il 28,4% del totale delle acquisizioni, che sono molto meno numerose, invece, nei Paesi europei. Per quanto riguarda gli espatri, invece, i dati provvisori del 2024 evidenziano un consistente aumento(156mila, +36,5% sul 2023), parzialmente attribuibile all’entrata in vigore della Legge 213 del 30 dicembre 2023, che prevede sanzioni per i cittadini italiani che soggiornano all’estero per oltre 12 mesi senza adempiere all’obbligo di iscrizione nei registri dell’Aire. Il numero dei rimpatri nel 2024 è, viceversa, pari a 53mila (-14,3%). Il saldo migratorio, come si è visto, è dunque ampiamente positivo e pari a 103mila italiani all’estero. Il nostro Paese, tuttavia, non rappresenta il solo fulcro, in partenza o in arrivo, dei movimenti degli italiani con l’estero. Una significativa quota di trasferimenti, infatti, avviene tra Paesi esteri, rappresentando una dinamica interessante nell’ambito delle migrazioni internazionali. Il fenomeno, noto come “migrazione secondaria”, in genere coinvolge individui che, dopo un primo trasferimento all’estero, decidono di spostarsi in un altro Paese, spinti dalla ricerca di migliori opportunità lavorative, di condizioni di vita più favorevoli o da motivazioni familiari. Le principali determinanti includono, dunque, fattori economici, il grado di integrazione nel paese ospitante da cui si parte, la presenza di comunità italiane nei Paesi esteri in cui si arriva e l’assenza di barriere alla libera circolazione, come nel caso dei Paesi dell’Ue. Secondo i dati Istat, nel 2024 gli spostamenti di residenza degli italiani tra Stati esteri sono stati dunque oltre 49mila, quasi otto ogni 1.000 residenti all’estero. Il Paese più attrattivo è la Spagna, ove si sono diretti quasi 13mila 600 individui, il 27,4% degli italiani, trasferitisi tra Stati esteri: stiamo parlando di connazionali provenienti sopratutto dal continente sudamericano, nella metà dei casi dall’Argentina. Verso gli Usa, infine, si sono diretti 5mila e 200 italiani: il 10,6% dei trasferimenti tra Stati.
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