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Igor Tudor rischia grosso ma il problema sta nel manico

Se il Como è una falsa piccola, la Juventus è diventata una finta grande

di Giovanni Vasso -


Igor Tudor è al bivio. Lo dicono tutti. Se la Juventus non farà risultato al Bernabeu contro il Real e se non vincerà contro la Lazio alla prossima di campionato, per il tecnico croato, quella dell’esonero non sarà più solo un’ipotesi. E fa specie, davvero, che sia proprio alla Continassa che si parli di sostituire l’allenatore quando, di giornate di campionato, ne son passate in archivio appena sette. È proprio vero. Tutto passa. Persino lo stile Juve. Un tempo, quando c’era l’Avvocato, l’allenatore era intoccabile. Persino Gigi Maifredi, perfino lui. Una questione di stile, appunto. Che i nipotini Elkann, al netto di ciò che ne possa pensare mamma Margherita, non sembrano aver ereditato. Almeno per quanto riguarda il calcio.

Tudor paga per tutti

È presto, sia chiaro. Prestissimo. Ma l’ipotesi che Igor Tudor paghi per tutti è qualcosa che sembra lunare. Almeno a queste latitudini. Suvvia, si parla pur sempre della Juventus, mica di una Longobarda qualsiasi. Eppure, nonostante un mercato portato a termine spendendo per giocatori mai chiesti né cercati dall’allenatore (le cui richieste, invece, sono state dribblate manco Cobolli fosse un redivivo Omar Sivori), sulla graticola ci è finito lui. Diciamo le cose così come stanno. Tutto è cominciato quando, a Torino, si son convinti della necessità di dover aprire un nuovo ciclo. E lo hanno fatto, per carità. Investendo tanto. E male. Adesso siamo tornati al punto di partenza: il club compra giocatori, pagandoli fior di milioni, che il tecnico non vede manco col binocolo. Siamo tornati a quando Max Allegri non faceva nemmeno affacciare in campo Djalot, Alvarez e chissà chi altro. Lo criticavano, ferocemente. Cacciato a furor di popolo bianconero. Ora, ritrovato il ghigno demoniaco, quel Diavolo d’un Max ha portato in vetta il Milan che, detto sottovoce, tutto è tranne che una corazzata.

Chi è la finta grande?

La partita contro il Como è stata esiziale. Ma come? La Juventus che perde contro i lariani è tipo quella che, sconfitta in rimonta dal Catanzaro, avvera la variabile anonima suggerita da Parola (Jerry Calà, non Carlo) e rende ricco Lino Banfi, di professione elettricista delle vongole veraci nonché frequentatore del Bar Sport. Igor Tudor, però, una cosa l’ha detta: vedete, il Como è una falsa piccola. Ed è vero. Spende e spande sul mercato, ha allestito una buona squadra e gode di ottima stampa. Il problema, per Tudor, è l’altro corno del dilemma. Se il Como è una falsa piccola, la Juventus pare una finta grande. Non c’è il campionissimo che rompe gli schemi, non c’è una difesa più solida della roccia, mancano i fondamentali tipici dello juventinismo vincente. Manca la fame. Questo, più delle polveri bagnate di Openda e dei dubbi su Zegrova, è il dilemma bianconero.


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