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Il balzo dell’export agroalimentare: l’Italia fa meglio di Francia, Cina e Usa

di Angelo Vitale -


Buone notizie per l’export agroalimentare nazionale: cresce del 22% in Brasile ove l’Italia è leader di pasta, derivati del pomodoro e prodotti da forno. Riesce a ritoccare verso l’alto il proprio record, superando i 62 miliardi di euro, evidenziando una tra le performance migliori tra i top exporter mondiali, con un +6%, superato solo dalla Germania che ha fatto leggermente meglio, mettendo a segno un +6,2%, mentre Francia, Cina e Stati Uniti hanno chiuso l’anno in negativo.

Lo rileva Nomisma presentando uno studio in occasione dell’ VIII Forum Agrifood Monitor, organizzato in collaborazione con Crif per comprendere opportunità di mercato e supportare le imprese nei loro percorsi di crescita. La crescita dell’agroalimentare Made in Italy sui mercati esteri è stata trainata da conserve vegetali (+13%), formaggi (+12%), ortofrutta (+9%) e carni preparate (+8%). Crescita sotto la media, invece, per l’export di pasta (+4%), mentre risulta in calo quello di vino (-1%).

Il maggior contributo alla crescita delle nostre esportazioni è derivato dai mercati dell’Unione Europea (+9%), mentre Nord America e Asia hanno fatto segnare rispettivamente un +0,1% e un -1,1%. In deciso aumento l’export verso il Centro-Sud America (+9%), al cui interno si è distinto il Brasile con un eloquente +22%.

Proprio il Brasile rappresenta il focus di approfondimento del Forum di quest’anno: su oltre 12 miliardi di euro di valore di importazioni agroalimentari di questo Paese, 356 milioni di euro hanno riguardato nel 2023 prodotti italiani. Nel dettaglio, l’Italia rappresenta, con il suo export agroalimentare, l’ottavo fornitore di questo grande mercato, preceduto dai confinanti Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay, oltre a Portogallo, Stati Uniti e Cina. Nel corso degli ultimi cinque anni, gli acquisti di food&beverage dall’Italia sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 10%, contro una media di mercato del 5,7%.

“Il Brasile – ha sottolineato Paolo De Castro, presidente del Comitato Scientifico di Nomisma – è il decimo Paese al mondo per valore del Pil e il settimo per numero di abitanti con prospettive di crescita per i prossimi anni. Perciò è importante regolamentare meglio i rapporti commerciali che potrebbero trovare nella conclusione del negoziato Ue-Mercosur una leva strategica per rafforzare l’interscambio con le imprese europee, sulla base di standard produttivi equivalenti da un punto di vista sociale ed ambientale. Per quanto il negoziato sull’accordo di libero scambio si protragga da oltre 20 anni e sia ancora in agenda, occorrerà attendere l’insediamento della nuova Commissione Europea dopo l’estate per capire che direzione prenderà”.


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