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Il borsino del Regno, chi sale e chi scende nell’ “era” Carlo

di Redazione -


Che la musica sarebbe cambiata con Carlo, che ha atteso l’anzianità per salire sul trono, era già nell’aria da un pezzo. E ora si fanno i conti. Quelli senza palle sullo stemma. Perché, si sa, quando si parla di Inghilterra, la parola conti spazia da quelli con le tenute, ai conti correnti, fino a quelli da regolare. Primo screzio: niente divisa militare per Harry al funerale di sua Mammà la Regina. Il principino, ex duca per mancanza di moglie furba, ha sfilato in borghese davanti al feretro della nonna. Medaglie militari sì, alta uniforme no. Identica sorte anche allo zio Andrea, fratello del Re, a cui le medaglie sono state concesse come sconto momentaneo, forse per qualche ultimo volere della Sovrana, sopra gli abiti civili, e che saranno debitamente rimesse sotto chiave in quanto rimosso da ogni incarico ufficiale, dopo le scappatelle a luci rosse del caso Epstein. Al duca di York questa passerella è già costata non pochi fischi. William e Kate, sempre buoni e perfettini, diventano i nuovi principi del Galles. Curiosità: la regina consorte Camilla Parker Bowles, è stata duchessa di Cornovaglia e mai principessa del Galles, come forma di rispetto alla memoria di Diana, che mantenne il titolo fino alla morte, benché privata del trattamento di Altezza Reale dopo il divorzio. Tra i poteri del Re c’è anche quello di dare o riprendersi titoli. Vedremo come si comporterà con Harry e Meghan, visto che è stato lui, il re, in primis, a beccarsi i veleni da parte della consorte americana del principino a mezzo stampa. Per adesso sappiamo che Archie e Lilibet si dovranno accontentare di diventare principi. Il trattamento di altezze reali non andrà ai due royal baby che vivono in USA dopo la Mexit. Chiarisce la cosa The Mirror: Il figlio di Harry e Meghan, Archie Mountbatten- Windsor, dopo la morte della regina diventa ufficialmente un principe. A stabilirlo è una legge firmata dal re Giorgio V, che oltre un secolo fa disciplinò lo status nobiliare dei nipoti del sovrano. «Nel 1917, re Giorgio V ordinò che solo i nipoti del monarca avrebbero avuto il diritto di usare il titolo di principe o principessa e il trattamento di altezza reale». Anna, pensate, quella che veniva identificata come la principessa ribelle, è quella con le quotazioni più alte. Se la intendeva tanto con la regina quanto con il principe Filippo. E se la intende con il fratello re. Discreta come poche, ha sfilato anche lei in uniforme ed è stata indicata come prima dama per il seguito della bara dalla regina in persona. A lei andranno importanti incarichi di rappresentanza, su di lei si scommette il futuro dell’immagine della corona, prima che la palla passi a Kate Middleton. Anche se non sarà mai la stessa cosa. Perché la Middleton, come si dice in gergo “non nasce”. Nebbia sul rapporto del Re con l’ultimogenito, Edoardo, conte di Wessex. Non ha scheletri nell’armadio, lavora, è tredicesimo nella successione al trono. Probabilmente continuerà ad essere ignorato. Troppo perbene. Ha scelto da solo di essere un working royal, di non pretendere per i figli il trattamento da altezze reali, ma ha un asso nella manica che è già stato messo sul tavolo: la moglie. Esperta di pubbliche relazioni e con una carriera impegnativa prima di divenire contessa, sapeva come prendere e farsi prendere dalla regina Elisabetta, tenendosi, per esempio, a lunga distanza dal gossip, cosa che invece, la sempre compianta Diana, strumentalizzava a suo uso e consumo. E che anche se la adoriamo, sappiamo che qualche dritta a giornalisti e paparazzi, gliene ha data. Anche più di qualche. Per intenderci, a Sophie, moglie di Edoardo, era concesso di chiamare “Mama” sua Maestà, tanta era l’intesa. E dal Daily Mail al Telegraph, tutti i tabloid più attenti alle mosse di casa Windsor concordano nel riportare che Sophie sia stata “la preferita” di Elisabetta II, che la considerava come una “seconda figlia” ed è stata la sua “roccia” negli anni più dolorosi, dopo la morte del marito, il principe Filippo, duca di Edimburgo. Gran parte dell’ultima estate a Balmoral di Elisabetta II è stata in compagnia proprio di Sophie. E quando non c’era, si sentivano al telefono almeno una volta al giorno. Di Camilla sappiamo che non ha mai ambito a essere regina: fosse per lei se ne starebbe in campagna, con cani e cavalli, ma sa che questa partita deve giocarsela come nessuna. Una cosa è sicura. Da oggi, quando una bambina chiederà alla mamma, “mamma sono bella?”, risponderle “sì come una regina” sarà parecchio impegnativo.


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