Il braccio di ferro: duri scontri dopo l’avanzata di Kiev
Infuriano le battaglie in Ucraina. Duri scontri si sono registrati vicino alla città di Bakhmut e più a sud, non lontano da Avdeevka e Marinka, ma anche nella zona di Bilohorivka. Nella notte l’avanzata ucraina, seppur con gravi perdite, aveva portato alla conquista dei centri di Neskucne, Blagodatno e Makarovka. Quest’ultimo, nel giro di qualche ora, è ritornato sotto il controllo russo. In questo lembo di terra della provincia di Zaporizhzhia i combattimenti sono durissimi. L’esercito di Zelensky ha perso tutti i Leopard 2R HMBV (Heavy Mine Breaching Vehicle) ricevuti dalla Finlandia (3 unità), progettati per sminare il terreno ed aprire le porte agli altri carri verso le posizioni avversarie. Pochi metri più avanti la stessa sorte è toccata all’unico Bergepanzer 3 Buffel ottenuto dal Canada. Le forze russe hanno lanciato attacchi missilistici, 36 con aerei e 38 con lanciarazzi multipli, contro le posizioni delle truppe di Kiev. L’aeronautica militare ucraina, da parte sua, ha condotto sei raid contro le aree in cui si trovavano i soldati nemici. Inoltre, unità missilistiche e di artiglieria hanno centrato due posti di comando, unità di artiglieria e una stazione radar.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che sono state respinte nelle ultime ore 24 nuove incursioni delle forze ucraine nella regione di Donetsk. L’unico successo è stato ottenuto nel villaggio di Storozheve, il quarto riconquistato dopo quelli di Blagodatnoye, Neskuchne e Makarovka. “La bandiera nazionale sventola di nuovo su Storozhevoe, e questo sarà il caso di ogni insediamento fino a quando non libereremo l’intera terra ucraina”, ha scritto su Telegram la viceministra della Difesa, Hanna Malyar. Situazione in bilico in prossimità di Velikonovoselovski, dove gli ucraini, sfruttando il maltempo, erano avanzati di qualche chilometro prendendo possesso del borgo di Blagodatno. Poi con il miglioramento delle condizioni atmosferiche, l’aviazione russa ha incominciato a lavorare riguadagnando terreno.
Dell’andamento sul campo ha parlato il presidente russo Valdimir Putin, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine delle celebrazioni per la Giornata della Russia. “Non posso dire che l’offensiva si sia impantanata. Tutto quello che posso dire è che i tentativi di controffensiva finora compiuti sono falliti. Ma il potenziale offensivo del regime di Kiev è ancora presente”, ha detto Putin. “Le truppe ucraine non sono riuscite a raggiungere i loro obiettivi in tutti i settori di combattimento, il che è chiaro come il sole. Tutto ciò è dovuto al coraggio e all’eroismo dei nostri soldati e alla buona organizzazione e comando delle truppe, nonché all’elevata efficacia delle armi russe, in particolare le armi più recenti”, ha aggiunto il presidente. Il capo del Cremlino, in un messaggio in occasione della festa nazionale, ha evidenziato la fondamentale importanza dei valori del “patriottismo” e della “responsabilità per il futuro della madrepatria” che rimangono “sacrosanti” e che “oggi, in un momento difficile per la Russia, uniscono ancor più la nostra società” e servono da “sostegno per i nostri eroi che partecipano all’operazione militare speciale”.
Il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha postato su Telegram una foto, ritoccata, che mostra la centrale Piazza indipendenza della capitale dell’Ucraina con una bandiera russa, accompagnata dal messaggio “Piazza indipendenza, prossimamente piazza Russia”.
Dopo la distruzione della centrale idroelettrica e di parte della diga, è stato perso il 72% dell’acqua del bacino di Kakhovka. Lo ha reso noto il ministro per la Protezione ambientale ucraino, Ruslan Strilets, intervistato dall’emittente ucraina Rada. Una quantità pari a 14 chilometri cubi sui 18 chilometri cubi di capienza totale del bacino. Il ministro ha spiegato che non è ancora possibile stabilire a quale livello si stabilizzerà.
Un portavoce militare ucraino per la regione di Tavria ha accusato i soldati di Mosca di aver fatto saltare in aria un’altra diga, questa volta nella provincia di Donetsk, sul fiume Mokri Yaly.
Torna alle notizie in home