Cultura & Spettacolo

Il cacio con le pere

di Nicola Santini -


Era da tempo che in tv non si godeva (dico si godeva, non dico si vedeva, a ragion veduta) un film ad alto tasso di toscanità. Dove godere di tutto quel concentrato di paesaggio, sapore, verve, riflessione, senso ironico della vita si snoda tra immagini, parole, luoghi e persone. Uno di quei film che mi ricordasse un po’ le mie origini e il perché, nonostante viva a un tot di centinaia di km, in Toscana ci torno sempre volentieri, proprio perché posso godere di quella cosa lì, che si vede ne “Il Cacio con le pere” che è l’opera prima dell’attore Luca Calvani alla regia.

 

Dellapellicola è apprezzabile anzitutto il progetto. Un progetto dalle tematiche globali, come la famiglia, le radici e la ricerca della felicità ma dandogli vita in un contesto prettamente “locale”, per dare spazio a professionisti e maestranze toscane, una vera eccellenza che merita anche ricordare nelle storie di fantasia. L’idea quindi, che sta alla base del progetto, è quella di creare una “Factory cinematografica” Made in Tuscany. Con questa premessa, che può toccare o meno chi con la Toscana ci ha poco a che fare, mi sono visto il film e devo dire che mi è piaciuto.

 

Calvani ha dimostrato un’ulteriore sfaccettatura della sua istrionica personalità artistica. Non solo sa recitare, non solo è in grado di dare intensità ai suoi personaggi, ma sa stare anche dietro la macchina da presa per dare modo a chi guarda di calarsi all’inerno della scena come fosse lì, in quell’angolo di Toscana che ha saputo raccontare senza esagerazioni o forzate nostalgie.

 

Se il film fosse stato girato in odorama, avrei sentito il profumo dei pini, dei cipressi, dei tigli e degli olivi, così come quello della legna bruciata che si sente nelle strade. In mezzo, operosità, allegria, riflessione, un pensiero un filo più avanti degli altri. E un modo di parlare che non può non rimanere impresso. Fosco (interpretato da Francesco Ciampi) e Fred (Luca Calvani) sono due fratelli diversissimi fra di loro, la loro distanza sembra incolmabile. Diversi che più diversi si fa fatica ad immaginare, in tutto: nei modi, nelle visioni, nell’affrontare le cose e nel dirsele soprattutto. Ma come spesso succede, la vita, gli eventi e magari lo zampino di una saggia zia possono scatenare grandi cambiamenti e illuminare nuovi orizzonti.

Il confronto fra i due, coadiuvato da una convivenza forzata che non risparmierà colpi di scena, spingerà i protagonisti oltre i loro limiti e inesorabilmente al confronto che rivela, ed è questo che vogliamo, che le distanze possono spesso essere meno faticose di quanto possono sembrare.

A prima vista, i due fratelli hanno punti di vista, aspirazioni e modalità diametralmente opposti, ma questo loro incontro sarà la chiave di volta che permetterà loro di essere migliori, più felici e realizzati.

Fred riscoprirà un contatto con se stesso e con le radici e l’altro fuori dal sé, lezione che ogni toscano dovrebbe sentire, mentre Fosco finalmente lancerà e rilancerà i dadi di una vita che oramai sembrava rassegnata e priva di amore, perché se c’è qualcosa che non manca nella testa dei toscani è la capacità di ricrearsi e rigenerare le energie per aprire capitoli sempre nuovi nella vita.
Un film, quindi, che vuole accogliere lo spettatore raccontando una storia leggera e piacevole, accarezzando però anche tematiche importanti, come l’amicizia, il coraggio, l’amore e il perdono.
Con l’avanzare della storia, il regista e autore ha cercato anche di modulare il passo narrativo creando tinte nette e drammatiche per seguire i protagonisti e la loro vita interiore. Raccontare il dolore, passaggio obbligato, ma anche il perdono e la felicità che derivano da un nuovo modo di vedere le cose.

Ana Safroncik è semplicemente straordinaria. Senza voler svelare troppo, ma un po’ sì è la scrittrice che in passato aveva avuto un filarino con uno dei due fratelli proseguito, romanticamente, per via epistolare, per poi scoprire che il corrispondente di amorosi sensi non era il fratello che aveva incontrato ma l’altro. E al suo arrivo, first reaction: shock.

Altro personaggio meritevole è il notaio Mastini, a cui presta il volto Gianluca Gori, dimostrando che, smessi i panni di Drusilla riesce ad emozionare e tenere incollati allo schermo gli spettatori.

Così come Geppy Cucciari, che trova il suo perché in questa storia strappando un sorriso proprio quando serve.

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