Esteri

Il capo della politica estera Ue Borrell: “Israele sta usando la fame come arma”

di Martina Melli -


Il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha apertamente accusato Israele di crimini di guerra dicendo che sta provocando la carestia a Gaza e usando la fame come arma di guerra. “A Gaza non siamo più sull’orlo della carestia, siamo in uno stato di carestia, che colpisce migliaia di persone”, ha detto Borrell all’apertura di una conferenza sugli aiuti umanitari per Gaza a Bruxelles. “Questo è inaccettabile. La fame è usata come arma di guerra. Israele sta provocando la carestia”. Il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha preso le distanze da tale affermazione dicendo che “Non si tratta della posizione dell’Italia”.
Dura la risposta del ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, che in un post su X ha esortato Borrell a smetterla di attaccare Israele aggiungendo che lo Stato ebraico ha permesso “ampi aiuti umanitari a Gaza via terra, aria e mare per chiunque fosse disposto ad aiutare”, ma che l’aiuto è stato “violentemente disturbato” dai militanti di Hamas con la “collaborazione” dell’Unrwa.
Nel frattempo un funzionario israeliano ha parlato all’emittente Channel 12 della necessità di includere il leader di Hamas, Yahya Sinwar, nel nuovo ciclo di negoziati a Doha, capitale del Qatar, su un cessate il fuoco a Gaza e sullo scambio di ostaggi.
Il funzionario ha detto che la delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad, David Barnea, avrà sì colloqui con la leadership di Hamas ma avrebbe soprattutto “bisogno di parlare” con il leader del gruppo, Sinwar, considerando come l’ultima proposta di Hamas non fosse accettabile.
Da quando, la scorsa settimana, infatti, Israele ha respinto la controproposta di Hamas alla tregua di sei settimane che avrebbe visto il rilascio di 40 ostaggi, con la possibilità di fasi successive per estendere l’interruzione dei combattimenti e consentire altre liberazioni, i colloqui si sono fermati. Adesso il gruppo islamista punta al rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi e intende chiedere a Netanyahu lo stop permanente delle operazioni militari e il ritiro delle truppe da Gaza così da permettere ai residenti del nord della Striscia di tornare alle proprie case.


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