Attualità

“Il centralismo continua a vincere sull’Autonomia”

di Ivano Tolettini -


“Ma se questo è il testo sull’Autonomia che andrà al voto alla Camera vincerà ancora il centralismo”. Non è uno sfogo quello del prof. Andrea Giovanardi, ma l’amara considerazione di un tecnico autorevole che conosce molto bene la materia. Il punto nodale, per lui, è l’autonomia finanziaria regionale che rimane sempre in capo allo Stato. Dunque una solenne delusione quella manifestata in audizione alla Camera qualche giorno fa da Giovanardi, docente di diritto tributario all’Università di Trento, voluto dal governatore Luca Zaia nella commissione del Veneto che ha trattato il tema con il governo, attuale componente sia del Comitato per i Lep presieduto dal prof. Sabino Cassese che della Commissione tecnica per i fabbisogni standard che deve fissare i numeri dei costi per individuare i 237 “livelli essenziali delle prestazioni”. Proprio oggi alle 15 il presidente serenissimo Zaia, uno dei principali sostenitori del disegno autonomista, sarà ascoltato dalla stessa Commissione alla Camera, un tema cruciale su cui veneti e lombardi si espressero con un plebiscito nel referendum dal 22 ottobre 2017.
La posizione di Giovanardi, dunque, è critica rispetto al testo governativo perché vi scorge l’incapacità di una effettiva svolta regionalista col rischio che ci si trovi di fronte a una riforma bandiera da sventolare in campagna elettorale, ma dall’effimera attualizzazione nel concreto. Perché sarà sempre e comunque lo Stato a fare la voce grossa con i cordoni della spesa e le regioni virtuose avranno poco spazio per orientare i saldi risparmiati dei Lep. Se le cose stessero così “va a finire – analizza Giovanardi nell’audizione alla Camera – che hanno ragione i commentatori come Bordignano, Rizzo e Turati, i quali sostengono che c’è poco spazio per l’autonomia finanziaria regionale, visto che lo Stato determina la somma totale delle risorse da distribuire, quindi è sempre lo Stato che mette i soldi con una quota di tributo erariale che viene redistribuita secondo i criteri dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), anche questi definiti dallo Stato e con forti limiti alla loro definizione che sono legati alla spesa del passato”.
Il prof. Giovanardi è convinto che con la effettiva attuazione di una vera Autonomia lo Stato in tutte le sue articolazioni avrebbe da guadagnarci perché sarebbe più efficiente, a differenza di coloro che affermano che l’Autonomia è “una riforma punto di non ritorno” per l’Italia. La tesi del docente veneto trapiantato a Trento è che chi lo sostiene mente perché la proposta di legge che sarà votata alla Camera alta andrebbe contro la lettura dello stesso articolo 119 della Costituzione che già adesso prevede che una Regione può “trattenere una parte delle risorse che il territorio è in grado di produrre”. Il testo all’attenzione dei deputati statuisce che nel caso in cui la spesa trasferita da Roma alle regioni per ogni singolo Lep non corrisponde in modo millimetrico ai costi effettivi dei servizi sul territorio oggetto dell’autonomia, lo Stato attiva un meccanismo compensatorio di bilancio per rivedere l’entità di quella spesa. Cosicché la regione non avrebbe interesse a ottimizzare la spesa, utilizzando la differenza per altri servizi come prevederebbe il buon federalismo. Secondo Giovanardi, che di queste cose se ne intende, quella che in teoria è una compartecipazione della Regione alle entrate statali con l’incasso di una parte di Irpef e Iva, nei fatti diventa solo un “trasferimento controllato di soldi”. Ecco spiegato perché il tributarista afferma che “il centralismo ha prevalso anche in questo importante frangente”, mentre la scommessa autonomista prevedeva che la Regione potesse avere risorse proprie da destinare a una crescita migliore e più veloce dell’economia del suo territorio, garantendo così maggiori entrate di imposte (Irpef e Iva) allo Stato. Invece, analizza il prof. Giovanardi, se questa sarà l’Autonomia essa non mitigherà il divario Nord-Sud, anzi disincentiverà “all’efficienza le Regioni con più autonomia” con buona pace di chi ritiene che questo testo sia davvero innovativo. Il rischio della legge bandiera per Giovanardi è reale.


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