Esteri

Il cessate il fuoco di Biden a Gaza non vuol dire pace

di Ernesto Ferrante -


La proposta di cessate il fuoco avanzata dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per fermare lo spargimento di sangue a Gaza è positiva ma non risolutiva, perché non affronta le radici del conflitto. È inoltre una soluzione solo temporanea se si considerano gli ostacoli che impediscono di arrivare ad un processo di pace più strutturato, in primis l’aperta contrarietà del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Biden sta cercando di dimostrare all’opinione pubblica interna ed esterna che gli Usa hanno ancora la capacità di “governare” una crisi con le armi della diplomazia e dell’autorevolezza politica. La stabilità nell’enclave palestinese è anche necessaria ed essenziale per la sicurezza regionale, poiché i conflitti in quest’area possono coinvolgere potenze come Iran, Egitto e Turchia.
L’Aipac, l’influente lobby ebraica in America, ha espresso il suo appoggio alla soluzione prospettata. “Il presidente Biden ha abbracciato con forza l’offerta di Israele e ha chiarito che spetta ad Hamas accettare l’accordo quadro che restituirebbe tutti gli ostaggi e porrebbe fine alla guerra”, si legge in una dichiarazione. Nella nota si esortano “tutti i membri del Congresso a sostenere con forza l’ultimo sforzo del governo israeliano”. “Gli Stati Uniti, prosegue il comunicato, dovrebbero insistere affinché la comunità internazionale aumenti inequivocabilmente la pressione su Hamas affinché accetti i termini”.
I nodi non mancano. Un alto responsabile statunitense ha affermato che l’accordo delineato da Biden è quasi identico ai termini richiesti da Hamas, respinti in precedenza.
Tel Aviv non arretra. “Le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”, ha scritto su X il primo ministro israeliano Netanyahu. Lo Stato ebraico, ha aggiunto Bibi, “continuerà a insistere che queste condizioni siano soddisfatte prima che venga messo in atto un cessate il fuoco permanente. L’idea che Israele accetterà un cessate il fuoco permanente prima che queste condizioni siano soddisfatte non è contemplata”.


Torna alle notizie in home