Cronaca

Il cronista detective: sventa la truffa dei finti carabinieri all’anziana zia e fa bloccare il malvivente

di Ivano Tolettini -


Il cronista detective sventa la truffa dei finti carabinieri all’anziana zia. In un’epoca in cui il giornalismo sembra spesso rincorrere il clamore a scapito della realtà, ci sono storie che dimostrano quanto la figura del cronista possa ancora incarnare un valore civile profondo. Diego Neri, firma nota del giornalismo veneto, ha saputo andare oltre il racconto, trasformandosi in protagonista.

Truffa dei carabinieri sventata: cosa è successo

È successo a Cornedo, in provincia di Vicenza, dove ha sventato in prima persona una truffa ai danni di un’anziana parente, prendendo parte attiva a un episodio che in pochi minuti ha messo in luce tutte le ombre della criminalità di  cui L’Identità di occupa, ma anche la luce dell’umanità. Tutto comincia come una scena da giallo.

Sono le 13.04 di un paio di giorni fa, quando Diego sta per raggiungere una parente per il pranzo. La chiama, ma il telefono è sempre occupato. Quando arriva a casa: la donna è in lacrime.I carabinieri mi tengono al telefono da un’ora”, gli dice sconvolta. Ma non sono veri carabinieri. Sono truffatori che, con un copione ormai rodato, le raccontano che il nipote ha investito una bambina ed è in stato di fermo. Per salvarlo servono soldi, tanti soldi, subito. È il momento in cui l’istinto di cronista si fonde con la prontezza del cittadino. Diego, giornalista del Giornale di Vicenza, capisce immediatamente quello che sta per capitare. In auto comincia a girare per le strade del paese di Cornedo fino a quando non vede il lestofante. Nel frattempo aveva chiamato ila centrale del 112 che ha inviato una pattuglia.

Intanto, Diego osserva il truffatore, lo affronta e lo blocca prima che cerchi di darsi alla fuga. Grazie alla sua prontezza e all’intervento dei veri carabinieri, il finto maresciallo viene bloccato: si tratta di un pregiudicato campano di 57 anni, con alle spalle numerosi precedenti.

Neri racconta l’accaduto con il consueto stile asciutto, diretto, mai compiaciuto. Ma dietro la sua cronaca c’è qualcosa di più: c’è la restituzione di un’idea di giornalismo che si sporca le mani, che non si limita a “coprire” le notizie, ma che si fa parte attiva di una comunità, fino a difenderla, se necessario, con un gesto. Non un eroe, ma un cittadino vigile, con la responsabilità della penna e il coraggio dell’azione. La pensionata si salva: stava per consegnare i risparmi che aveva in casa al manigoldo. Trova conforto nelle parole dei veri militari. Ma il suo salvataggio non sarebbe stato possibile senza quella telefonata di Neri, senza la sua decisione di non restare spettatore. Neri, cronista di razza, conosceva bene le dinamiche delle truffe, le aveva raccontate mille volte. Questa volta, però, la truffa l’ha smascherata sul campo. Il cronista-detective ha restituito al giornalismo locale il suo volto più autentico: quello di sentinella. E ha dimostrato che, anche in un mondo spesso distratto e cinico, un giornalista può ancora fare la differenza.


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