Il “cubo nero” della discordia
Cresce la polemica attorno al parallelepipedo scuro che si staglia nel cuore di Firenze
Il dibattito sul cosiddetto “Cubo Nero” di Firenze, il nuovo edificio sorto al posto dell’ex Teatro Comunale, continua ad alimentare tensioni politiche e discussioni pubbliche. La struttura, un parallelepipedo scuro che si staglia nel cuore del centro storico, è diventata un simbolo di scontro tra chi la considera un elemento di degrado visivo e chi difende la regolarità dell’iter autorizzativo. La polemica si è riaccesa dopo le dichiarazioni di Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e oggi leader dell’opposizione in Consiglio comunale, che ha ipotizzato un coinvolgimento dell’UNESCO. L’ente internazionale, infatti, non sarebbe stato informato a suo tempo del progetto, nonostante l’impatto su un’area riconosciuta patrimonio dell’umanità.
Lo scontro politico
La prima cittadina, Sara Funaro, ha spiegato di aver avviato un confronto con la Sovrintendenza e con la proprietà dell’immobile, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa sulle sorti del cubo nero della discordia. Pur senza assumere posizioni drastiche, la sindaca ha fatto capire che l’amministrazione non intende restare passiva di fronte a un caso che ha assunto un rilievo nazionale. In Consiglio comunale, intanto, le opposizioni hanno alzato i toni. Matteo Chelli, consigliere di Fratelli d’Italia, ha parlato di “vicenda inaccettabile” e chiesto un’indagine permanente della Commissione urbanistica sull’intero procedimento che ha portato all’approvazione del progetto. Secondo il centrodestra, la sindaca avrebbe evitato un confronto pubblico in aula preferendo intervenire tramite i giornali, un atteggiamento giudicato come segno di debolezza politica. L’accusa è che il Comune non abbia esercitato un adeguato controllo su una trasformazione urbanistica di tale portata. Sul fronte della maggioranza, la linea è diversa. Il capogruppo del Partito Democratico, Luca Milani, ha definito la vicenda una polemica “gonfiata ad arte”, accusando l’opposizione di aver fatto ricorso a immagini e materiali che non rappresenterebbero fedelmente la realtà. A suo avviso, il Comune ha rispettato tutte le competenze di sua pertinenza e le eventuali responsabilità ricadrebbero sulla Soprintendenza, chiamata ad approvare anche i dettagli cromatici dell’edificio. Milani ha inoltre sottolineato che la discussione politica avrebbe dovuto concentrarsi sul ruolo dell’urbanistica nella città contemporanea, piuttosto che ridursi a uno scontro mediatico. Sul piano delle possibili soluzioni, ha aperto alla possibilità di dialogare con la proprietà per modificare i colori della facciata, individuata come principale motivo di scontro estetico. Il “Cubo Nero” è dunque diventato non solo un tema architettonico e paesaggistico, ma anche un caso politico. Da un lato c’è chi, come Schmidt e il centrodestra, punta a trasformarlo in un simbolo di cattiva amministrazione e di scarso rispetto per la storia di Firenze. Dall’altro, la maggioranza difende la correttezza dell’iter, minimizza la portata delle critiche e invita a un approccio pragmatico che possa portare a ritocchi estetici concordati.
Tra sviluppo urbano e tutela del patrimonio storico
Resta la domanda centrale: come conciliare le esigenze di sviluppo urbano con la tutela del patrimonio storico-artistico? L’ex Teatro Comunale rappresentava un luogo di memoria collettiva, sostituito ora da un edificio che difficilmente passa inosservato. Il rischio, per l’amministrazione, è che la questione diventi un terreno di scontro permanente, con ripercussioni anche sul piano internazionale se davvero l’UNESCO dovesse aprire un’istruttoria. Mentre la città continua a dividersi tra chi chiede di cancellare o ridimensionare l’opera e chi invita ad accettarla come parte della Firenze contemporanea, il caso del cubo nero ha fatto il giro del mondo, finendo all’attenzione della stampa internazionale su testate come The Times e Daily Mail. Una vicenda destinata a durare, specchio delle difficoltà di ogni grande città nel coniugare identità storica e trasformazioni architettoniche del presente.
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