Scandalo Apple: commissioni sulle inserzioni fino al 75% per chi usa i costosi iPhone
Le indiscrezioni a febbraio, la conferma nel giugno scorso, un amaro calice per ogni creatore di contenuti social le commissioni in-app di Apple. Giustificate dalla multinazionale di Cupertino come l’abituale e “doverosa” misura adottata per garantire “sicurezza” ai propri utenti. Un 30% imposto da Apple sul budget investito come “fee” sulle inserzioni, inizialmente testata su alcuni profili business negli Stati Uniti, poi ampliata a livello nazionale negli Usa, ora pratica corrente dal luglio scorso in Europa e quindi anche in Italia.
Una commissione imposta a tutti coloro che lavorano in questo settore, un vero e proprio balzello che ostacola e appesantisce con questa onerosa percentuale su ogni inserzione le attività di quanti, nel corso degli anni, hanno perfino creduto nel valore di Apple e alla sua produzione si sono affidati anche per decidere un investimento personale per l’acquisto di un telefono cellulare, il cui costo per quelli targati Apple è sicuramente più alto di quello dei modelli di altri marchi.
Perché – qui scatta un altro gravoso paradosso – la commissione è richiesta se tutte le attività di creazione dei contenuti e delle inserzioni viene realizzata attraverso l’iPhone.
Mentre – già da giugno scorso circolava la notizia di questo espediente, come scappatoia per evitare il balzello della commissione – per non pagarla gli inserzionisti sono costretti a sponsorizzare i propri contenuti Instagram e Facebook esclusivamente dal desktop di un pc fisso e non più da mobile, oppure attraverso un telefono cellulare Android. Mettendo da parte l’iPhone, insomma. Dopo il danno, la doppia beffa, anche per rinunciare alla tecnologia in cui si è creduto sborsando il denaro utile ad acquistare l’ultimo modello di Cupertino. E molti creator hanno già acquistato un cellulare Android, fosse pure per sole 100 euro, per resistere a questo balzello.
Apple – come ha scritto Millionaire – non è più amica di influencer e creator. E li grava – alla fine – di commissioni che partono da un formale 30% per arrivare fino al 75% dell’importo dell’inserzione.
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