Politica

Il Fondo SalvaStati e quella pistola alla tempia del governo

di Fabio Dragoni -


Salite a bordo della mia macchina del tempo. C’è posto per tutti. Vi riporto a dicembre 2020. In piena pandemia. Di lì ad un paio di mesi il governo Conte 2 sarebbe caduto per lasciare spazio a Mario Draghi. Il Parlamento adotta a maggioranza le modifiche al trattato istitutivo del Mes.

A seguito di quel voto l’Italia sottoscrive il trattato modificato assieme agli altri paesi contraenti. Dopodiché, quel trattato così modificato dovrà essere ratificato da tutti i parlamenti nazionali. E qui siamo alla cronaca di questi giorni. E chissà di quanti altri ancora. Tutti i parlamenti dell’eurozona hanno ratificato il riformato Mes tranne noi. Ma prima di sdottoreggiare sul perché questo Mes non vada ratificato né ora né mai, fatemi tirare una prima riga e sottolineare tre punti. Primo: se ora ci troviamo a dover ratificare il riformato Mes è perché qualcuno lo ha adottato.

Dentro questo qualcuno vi è il Movimento 5 stelle che in campagna elettorale ne aveva detto peste e corna promettendone la liquidazione. Sia messo agli atti. Secondo: tutto il centro destra compatto si oppose. Forza Italia inclusa. Se ora quest’ultima sostiene di essere stata sempre favorevole alla ratifica avrebbe semplicemente cambiato idea. Pure questo sia messo agli atti. Infine, il governo presieduto da Mario Draghi ha avuto diciotto mesi di tempo per promuovere la ratifica dall’alto della sua ampia maggioranza. Non lo ha fatto. Ed anche questo sia messo agli atti.

Di fatto chi ne chiede l’approvazione ha un argomento soltanto: “firmiamo perché se no si passa male in Europa e ci portano per bocca”. Questa in estrema sintesi l’argomento per dire sì al Mes. Detto questo, la domanda da farsi è: perché è giusto non ratificare il Mes? Per un sacco di buoni motivi ma lo spazio a disposizione è talmente breve che farò una scelta. Il Mes oggi non è praticamente utilizzabile. E questa è già una buona notizia. Al di là dei danni che ha fatto in Grecia e che ancora farebbe, il fatto che sia in letargo è una lieta novella. Tornando ad essere operativo potrebbe ancora chiedere all’Italia, terzo azionista, la modica cifra di circa 110 miliardi per versare il capitale interamente sottoscritto.

Basterebbe una pec del suo Direttore Generale ed avremmo tutto il tempo che ci serve per mettergli in mano questi 110 miliardi. Sapete quanto tempo? Sette giorni! Il Mes riformato potrebbe poi intervenire per prestare soldi al Fondo di Risoluzione Unico delle banche che a sua volta li metterebbe dentro le banche in difficoltà. Quali? Con ogni probabilità le banche tedesche, visto che sono tanti gli economisti in Germania che preconizzano la necessità di una drastica ristrutturazione.

Pensate che meraviglia. Dovremmo emettere in fretta e furia BTP in sette giorni per dare i soldi alle banche tedesche. E sia chiaro. In questa situazione il parlamento non potrebbe fare nulla. Semplicemente il nostro ministero dell’Economia dovrebbe frugarsi. Stop. Infine, la parte più surreale. Il Mes potrebbe emettere giudizi sulla sostenibilità dei debiti di tutti i paesi.

Anche se non sono suoi “clienti”. Sarebbe sufficiente che facesse filtrare una velina in cui mette in dubbio la piena sostenibilità del nostro debito e siamo fottuti. Gli investitori scapperebbero a gambe levate e non avremmo più accesso ai mercati dei capitali. Quindi arriva il Mes. In pratica il carnefice si sceglie la sua vittima. Giorgia Meloni è avvisata. Oggi la pistola alla tempia dell’esecutivo è scarica. Caricarla nella speranza che quel colpo non venga sparato non mi sembra una grande idea.


Torna alle notizie in home