L'Ucraina sta facendo i conti con la carenza di armi per il rallentamento delle consegne Usa
L’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas ha svelato il “desiderio” di Bruxelles di diventare parte cobelligerante in Ucraina. La sicurezza di Kiev “è la sicurezza dell’Europa. Finché la Russia perseguirà la sua guerra illegale, dobbiamo continuare a combattere”, ha detto Kallas, intervenendo alla plenaria del Parlamento, a Strasburgo.
La postura bellicosa di Kallas
Per il capo della diplomazia europea, prima o poi “la guerra finirà e, quando questo accadrà, l’Ucraina si riprenderà e la Russia pagherà per i danni che ha causato. I beni sovrani russi dovrebbero rimanere immobilizzati finché la Russia non fermerà la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e non compenserà l’Ucraina per i miliardi di euro di danni che ha causato e continua a causare”. Il presidente russo Vladimir Putin “non ha alcun interesse per la pace. E non fermerà la guerra finché non sarà costretto a farlo”, ha aggiunto Kaja Kallas.
Rivendicati gli esborsi per supportare gli ucraini nel conflitto con la Russia. “Gli sforzi internazionali per porre fine alla guerra in Russia – ha spiegato ancora – si sono intensificati negli ultimi mesi, ma la risposta russa è stata una maggiore aggressività. Ecco perché l’Unione Europea e i nostri Stati membri hanno fornito quasi 169 miliardi di euro di sostegno finanziario, dall’inizio della guerra su vasta scala nel 2022”. La somma include “oltre 63 miliardi di euro di supporto militare all’Ucraina”. Gli Stati membri hanno anche fornito “l’80% del nostro obiettivo di 2 milioni di munizioni”, ma si punta “al 100% entro ottobre: tutto questo affinché l’Ucraina possa difendersi”.
I rallentamenti nelle forniture di armi dagli Usa
L’Ucraina sta facendo i conti con la carenza di armi per la difesa aerea a causa del rallentamento delle consegne da parte degli Stati Uniti. Stando a quanto riferito al Financial Times da funzionari occidentali e ucraini, la decisione del Pentagono di rimodulare gli aiuti militari, avviata a giugno, ha causato spedizioni più lente e irregolari, aumentando la pressione sulle scorte a disposizione dei soldati di Zelensky. “È solo questione di tempo prima che le munizioni finiscano”, ha rivelato una fonte informata. La “frenata” ha riguardato soprattutto i sistemi Patriot, missili Pac-3, Stinger, Hellfire e munizioni per i caccia F-16. Sebbene l’Unione Europea abbia avviato forniture dirette e acquisti di armi dagli Stati Uniti per rifornire gli alleati, solo una parte del materiale è stata effettivamente consegnata.