Editoriale

IL GHIGLIOTTINONE – PAYBACK SANITARIO E ARMI A KIEV

di Redazione -


di FRIDA GOBBI
Tante belle parole dopo l’incontro tra sigle sindacali dei fornitori ospedalieri e una delegazione del governo, ma tutti sanno che il payback sanitario è una rogna. E che va abolito. Intanto però le Pmi interessate dal provvedimento – lascito pesante del governo Draghi, ideato però dal governo Renzi – restano con il fiato sospeso. Quel che è certo finora è che le misure sul payback relativo ai dispositivi medici, contenute in uno specifico decreto legge, confluiranno nel dL Milleproroghe con un emendamento del governo. Tuttavia prima o poi questi soldi andranno tirati fuori. Si tratta di ben 2.2 miliardi di euro da trasferire alle Regioni per coprire gli sforamenti dei tetti di spesa. Il termine del pagamento, che scadeva a gennaio, già fatto slittare a fine aprile, a quanto pare slitterà ancora. Non si sa fino a quando. Nel frattempo saranno convocati i tavoli tecnici. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il rischio che le Pmi dovranno sborsare i soldi. Con uno sforzo economico che potrebbe in molti casi rivelarsi fatale. E se le sigle di settore Fifo-Aforp ricevute dal presidente della commissione Affari Sociali e Sanità del Senato Francesco Zaffini e dal capogruppo in commissione di FdI Ignazio Zullo, parlano di governo “disponibile all’ascolto per risolvere le criticità”, finché non sarà tutto nero su bianco, le imprese continueranno a temere il peggio. Il payback andrebbe abolito, dicevamo e lo dicono pure le Pmi, ovviamente, ma il governo Meloni non naviga nell’oro. Anzi. Intanto Zaffini si straccia le vesti: “ Il payback è una norma pensata male e attuata peggio, che verrebbe da sospettare quasi che l’avessero fatto apposta per minare il percorso del nuovo governo”. Anche Zullo parla di ingiustizia: “C’è però la difficoltà nel reperimento delle risorse, perché da una parte ci sono le Regioni che devono far quadrare i loro bilanci e dall’altra parte c’è la situazione dei fornitori ospedalieri che è legata alla loro sopravvivenza”, fa presente. Un’idea sarebbequella di farsi dare i soldi dalla Ue per gli armamenti che inviamo a Kiev, come farà la Polonia con i Leopard. Sacrosanto salvare gli ucraini, ma lo stesso vale per le nostre Pmi.

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