Cronaca

Il giallo sulla morte a Ibiza di Michele Noschese, le indagini tra Italia e Spagna

Il padre arrivato in Spagna: “Autopsia frettolosa”

di Eleonora Ciaffoloni -


Il giallo sulla morte a Ibiza di Michele Noschese, le indagini tra Italia e Spagna

La morte a Ibiza nella notte tra il 19 e il 20 luglio: le circostanze ancora da chiarire. Si indaga tra Italia e Spagna sul decesso di del dj e producer napoletano Michele Noschese, 35 anni, conosciuto nella scena musicale come DJ Godzi, ritrovato senza vita nella sua abitazione, dove era in corso una festa privata. La notizia, inizialmente diffusa da alcune pagine social dedicate alla musica elettronica, è stata confermata da fonti vicine alla famiglia.

La dinamica dell’accaduto, tuttavia, ha sollevato forti dubbi e interrogativi, dando il via a un’inchiesta giudiziaria internazionale. Secondo una prima ricostruzione, Noschese si trovava nella propria casa a Santa Eulalia, dove stava ospitando una festa insieme ad alcuni amici. In tarda notte, per via del volume elevato della musica, alcuni vicini avrebbero allertato la Guardia Civil, che è intervenuta intorno all’alba di sabato. Qui le versioni si dividono. Secondo gli agenti Michele Noschese sarebbe stato trovato in stato di alterazione psicofisica causata da sostanze stupefacenti, in preda ad allucinazioni, e avrebbe minacciato con un coltello un vicino anziano e per questo i poliziotti avrebbero tentato di contenere l’uomo. Durante l’intervento, Noschese avrebbe iniziato ad avere convulsioni improvvise. A quel punto, riferisce la polizia spagnola, sono state eseguite manovre di rianimazione fino all’arrivo dei sanitari.

Secondo il racconto il decesso è avvenuto sul posto, ufficialmente per arresto cardiaco.I risultati dell’autopsia ufficiale non sono ancora stati diffusi integralmente, ma la Guardia Civil ha fatto sapere che ha avviato un’inchiesta interna, e il caso è ora nelle mani della magistratura spagnola. Diversa, e ben più inquietante, la versione fornita dalla famiglia Noschese e da alcuni testimoni. Secondo quanto raccontato dal padre della vittima, Giuseppe Noschese, Michele sarebbe stato brutalmente percosso dagli agenti, con colpi inferti al volto e alla nuca. “Lo hanno preso a bastonate”, ha dichiarato al Tg2. “Non è stato portato in ospedale, ma trascinato direttamente in obitorio, e l’autopsia è stata condotta in modo frettoloso e senza trasparenza”.

Il padre ha già presentato una denuncia formale alle autorità spagnole e alla Procura di Napoli, allegando la testimonianza di amici presenti durante l’intervento, secondo cui Michele sarebbe stato immobilizzato, legato mani e piedi, e colpito più volte mentre si trovava già in stato di semi-incoscienza. “Ci hanno detto che era sotto l’effetto di sostanze e che minacciava qualcuno, ma Michele non era armato, era una festa tranquilla, e nessuno ha visto un coltello”, riferisce uno dei testimoni. Il padre, arrivato a Ibiza poche ore dopo la tragedia, ha chiesto la riesumazione della salma e ha incaricato un perito medico legale italiano per una contro-autopsia indipendente. Il caso si trova ora al centro di due procedimenti distinti.

In Spagna, la magistratura di Palma de Mallorca ha acquisito il verbale della Guardia Civil, mentre in Italia la Procura di Napoli ha avviato un fascicolo esplorativo dopo la denuncia del padre. Il reato ipotizzato, nel caso si confermassero le lesioni fatali inferte dagli agenti, potrebbe essere omicidio preterintenzionale o volontario. Parallelamente, la famiglia ha richiesto l’acquisizione delle comunicazioni radio tra agenti e centrale; le immagini delle body-cam, se presenti; i referti completi del primo intervento sanitario; la testimonianza formale di tutti i presenti.

La Guardia Civil, dal canto suo, ha ribadito che l’intervento è stato necessario per proteggere l’incolumità di un terzo e che non vi sarebbe stato alcun uso eccessivo della forza. Tuttavia, al momento, non ha fornito alcuna prova concreta a supporto della presunta minaccia con coltello. Il caso è tutt’altro che chiuso. La famiglia Noschese ha annunciato una battaglia legale internazionale per ottenere verità e giustizia. Nelle prossime settimane si attendono infatti non solo i risultati dell’autopsia, ma anche l’esito delle perizie di parte. Anche a livello diplomatico qualcosa si muove: l’europarlamentare Fulvio Martusciello (Forza Italia) ha chiesto un’interrogazione al Parlamento europeo per verificare la condotta della Guardia Civil in materia di diritti umani e proporzionalità nell’uso della forza. Nel frattempo, cresce l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, con la speranza è che le indagini possano chiarire una verità che oggi sembra sfuggente, ma che la famiglia, gli amici e chi ha conosciuto Michele non sono disposti ad accettare in silenzio.


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