Economia

Il gigante dai bond d’Argilla

di Giovanni Vasso -


Il bambino Ubs-Credit Suisse, l’acqua sporca dei bond At1. Alla faccia dei luoghi comuni che la vogliono sonnacchiosa, ordinaria fino al banale, noiosa, in questi giorni accadono cose interessantissime in Svizzera. Con la mediazione decisiva della Banca centrale elvetica e del governo di Berna, Ubs acquisirà, per tre miliardi di franchi, l’ex arci-rivale in difficoltà. Nascerà un colosso, un “mostro” bancario di dimensioni forse mai viste. E lo farà senza guardare in faccia a nessuno. Senza dover nemmeno chiedere l’autorizzazione agli azionisti, che già annunciano ricorsi ritenendo l’operazione una colossale “perdita di denaro”. Ma c’è chi sta peggio. Molto peggio. Il bond At1 è stato azzerato, saluti e baci a titoli per sedici miliardi di dollari: complici le scelte della banca nazionale svizzera e soprattutto della Finma, l’ente di vigilanza svizzero, gli obbligazionisti Cs che li avevano sottoscritti non riceveranno il becco di un quattrino. Un capovolgimento nel capitale sociale inedito. Che, si teme, possa far scuola. Nel frattempo, l’Europa ostenta sicurezza ma, tra una dichiarazione di tranquillità e una di fiducia nel sistema Ue, le istituzioni comunitarie, dalla Bce e fino alla Commissione, ammettono di seguire “con estrema attenzione” quello che accade nella Confederazione elvetica.
Il presidente svizzero Alain Berset aveva annunciato l’impegno del governo per trovare una soluzione rapida all’impasse. “Il Credit Suisse aveva perso la fiducia sui mercati ed era necessario e indispensabile una soluzione rapida per ridare stabilità. In una situazione così difficile la migliore soluzione per ripristinare la fiducia e ridare la stabilità sui mercati era l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs”. Il parlamento confederale, presto, potrebbe riunirsi d’urgenza per valutare la situazione e se garantire aiuti e linee di credito alle banche coinvolte nell’operazione. Nel frattempo, il ministero delle Finanze ha chiesto puntuali e decisive garanzie per mantenere i livelli occupazionali. Ma il mercato non sembra aver gradito granché la scelta. E ha punito severamente Credit Suisse e Ubs. I fondi pensione elvetici, poi, sono in assetto di guerra. Denunciano che gli azionisti non potranno votare e che si sta avverando un rischio grandissimo: con l’acquisizione di Cs, infatti, Ubs potrebbe trovarsi in una posizione di assoluto dominio nel mercato creditizio e bancario della Confederazione.
Ma la questione non è solo svizzera bensì europea. La governatrice Bce Christine Lagarde, finora inesorabile propugnatrice della tesi degli aumenti dei tassi a oltranza, ha affermato che le turbolenze sul mercato delle banche saranno analizzate prima di procedere a un nuovo ennesimo rialzo. In primo luogo, la “civetta” a capo della Bce ha voluto fare un distinguo: “Quello di Svb è l’esempio perfetto di un bank run. Invece Credit Suisse è un caso di problemi di molto lungo termine: non penso che siamo in presenza della stessa diagnosi e delle stesse cause”. Quindi ha aggiunto: “L’impatto dovrà essere preso in considerazione per le prossime proiezioni – ha detto all’europarlamento – e anche quando faremo la nostra prossima valutazione per decidere la politica monetaria”. Il fatto è serio. Ma in Italia, le conseguenze del caos Credit Suisse dovrebbero essere minime. Parola del ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti che ha definito “irrilevanti” le ripercussioni per il sistema bancario italiano. Giorgetti, che ha partecipato ieri a un evento di Intesa San Paolo, ha commentato la scelta di estromettere gli obbligazionisti At1: “La modalità, l’ordine di priorità seguita tra azionisti e obbligazionisti ha sorpreso, però le autorità europee mi sembrano abbiano appena ribadito le priorità”. Insomma, in Svizzera facciano pure come gli pare ma in Europa le cose andranno diversamente. A corroborare l’opinione del ministro, l’analisi del governatore di Bankitalia Ignazio Visco: “Le perturbazioni sono in aree con cui abbiamo molto a che fare ma il sistema finanziario europeo non è direttamente coinvolto”.

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